SAUZE D’OULX – Appuntamento sabato 30 luglio al rifugio Ciao Pais di Sauze d’Oulx, dove il pittore Tino Aime e Giuseppina Pilotto si sposarono, 61 anni fa. Mostra in altura, incontri, racconti, ricordi, musica occitana e “merenda sinoira”. Con tanti amici, per rievocare il maestro e l’uomo “Ciao Tino”. L’artista poeta della montagna, nel rifugio dove si sposò «Vuoi tu prenderla in moglie?», «Sì», rispose senza esitazione. Era una splendida giornata di fine luglio, correva l’anno 1961. Lui era Tino Aime, lei Giuseppina Pilotto.
L’ARTE DI TINO AIME A SAUZE D’OULX
Un sodalizio durato tutta la vita, che verrà celebrato sabato 30 luglio in alta valle di Susa, esattamente dove fu sug-gellato: il rifugio Ciao Pais, in alta quota, a Sauze d’Oulx. Un rifugio che abitava da sempre nel cuore di Tino, scomparso nel 2017. Magistrale interprete della montagna, autore di una perso-nalissima pronuncia poetica apprezzata da pubblico e critica, nonché da scrittori come Mario Rigoni Stern, Nuto Revelli, Nico Orengo, Davide Lajolo e Francesco Biamonti, Tino Aime ha saputo coniugare, con raffinata leggerezza, la struggente malinconia del “mondo degli ultimi” e la vibrante intensità del paesaggio alpino presidiato dall’uomo.
LA MOSTRA
Il 30 luglio, condotta dal giornalista Marco Gregoretti, si annuncia una giornata di festa, all’insegna dell’arte: sculture, grafiche e dipinti saranno il piatto forte del pomeriggio conviviale, a partire dalle ore 16,00. Dopo il saluto di Giusy, amica e custode del rifugio, l’emozione dei ricordi di “Giuse” Aime, con accanto la figlia Paola e la nipote Andrea, colonne dell’Associazione Tino Aime. Poi la parola a Valter Giuliano – già assessore della Provincia di Torino e grande amico dell’artista, autore della biografia “Vorrei dipingere l’aria” e a Giorgio Cattaneo, altro autore di pubblicazioni inerenti il lavoro e la vita di Aime. A seguire, alle 16,30 la visita guidata alle opere in mostra. Quindi, alle 17,30 la musica occitana del gruppo “Blu L’azard”. «Tino era originario delle montagne del Cuneese – ricorda “Giuse” Aime – e ha sempre amato moltissimo la musica alpina, specie quella occitana: farà un bell’effetto sentirla suonare proprio lì, nel suo amatissimo rifugio Ciao Pais».
MIO PADRE, L’ARTISTA
«Mio padre era schietto e apprezzava la semplicità montanara», dice la figlia, Paola: «Per questo la giornata si concluderà nel modo più classico, come usa quassù: polenta e tome loca-li, peperoni con bagna caoda e, naturalmente, un buon bicchiere di vino». Di Tino Aime, Mario Rigoni Stern amava la nettezza leale nel descrivere l’essenza autentica della montagna. Nuto Revelli ne apprezzava l’assenza di fronzoli, il tratto scabro nel puntare al sentimento dell’homo alpinus maltrattato dalla storia. Un artista amatissimo e popolare, nella sua sapiente eleganza: come rilevato da molti illustri critici, ha saputo esprimere la bellezza di un mondo che non esi-steva più, riportandolo in vita. Nostalgia e materia, dalle pitture alle incisioni fino alle sculture, e con la raffinatezza assoluta di un Morandi.
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