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mercoledƬ, 16 Luglio 2025

Sant’Antonino: Susanna Preacco “Non abbiamo imparato niente, che cent’anni sono passati invano”

SANT’ANTONINO – Sant’Antonino: Susanna PreaccoNon abbiamo imparato niente, che cent’anni sono passati invano.

IL MESSAGGIO DEL SINDACO PREACCO

Bella festa a Sant’Antonino per il 4 Novembre. Il discorso che il Sindaco ha fatto domenica 5 novembre. C’erano le associazioni comunali, il comandante di Borgone dei Carabinieri Eugenio De Marco, gli amministratori comunali e un pubblico piuttosto numeroso. Ha spiegato il sindaco Susanno Preacco. “Sant’Antonino ha celebrato domenica 5 novembre la Giornata dell’UnitĆ  nazionale, momento in cui Ā abbiamo reso onore alle forze armate che, con la loro dedizione e il loro contributo, hanno consentito all’Italia di divenire uno stato unito, libero e democratico.Ā Il nostro pensiero ĆØ andato a quei ragazzi del ā€˜99 (e più o meno ogni famiglia ne ha avuto uno), che si sacrificarono per la libertĆ  e la patria. Quei ragazzi diedero la vita per un’idea, una nazione che non avrebbero mai visto nascere e crescere.Ā Cosa direbbero quei giovani, ora, con la situazione internazionale cosƬ grave?”.

SONO PASSATI CENT’ANNI

“Probabilmente che non abbiamo imparato niente, che cent’anni sono passati invano, con la differenza che ora a morire in guerra solo per la maggior parte i civili e non i giovani mandati al massacro. Allora che il IV novembre sia una festa di memoria, di insegnamento, di ricordo.Ā Che le forze armate, presidio necessario di ogni stato, siano strumento di difesa e non di offesa, come ci ricorda la costituzione che ripudia la guerra. Don Ciotti proprio in questi giorni ha detto che si ā€œparla tanto di essere equidistanti, ma noi dobbiamo essere equivicini: ai bambini, alle donne, agli uomini sia israeliani che palestinesi che ucrainiā€.Ā Ho ricordato i cortei di madri palestinesi e madri ebree, di madri russe e madri ucraine, che si sono riunite negli ultimi mesi (e non solo) per chiedere un futuro di pace”.

LA PACE

“Una pace difficile da raggiungere e che per questo necessita di uno sforzo di tutti. L’Italia deve farsi portavoce di una conferenza di pace, in cui lo slogan non può che essere: due stati per due popoli.Ā L’idea, che deve diventare sostanza, ĆØ di costruire un mondo migliore, senza disuguaglianze. C’ĆØ stato un attacco spaventoso il 7 di ottobre; Israele ha diritto a difendersi, ĆØ giusto, ma si deve anche impegnare a fondo per rispettare le leggi internazionali umanitarie.Ā Questo significa ridurre al minimo gli attacchi a civili, garantire a Gaza medicine, cibo e carburante. In modo in cui Israele condurrĆ  la guerra a Gaza determinerĆ  anche il tenore delle sue future relazioni con la comunitĆ  palestinese.Ā Gli israeliani non potranno mai essere al sicuro se non lo saranno anche i palestinesi e viceversa. I due popoli prima o poi dovranno collaborare per garantire una soluzione che porti alla pace duratura”.

PAPA FRANCESCO

“Forse ha ragione il Papa, quando dice che la terza guerra mondiale ĆØ giĆ  cominciata da mesi, frammentata da 100 focolai minori ed alcuni enormi, come la guerra tra Ucraina e Russia. Focolai figli di un incendio globale nel quale gli stati sono impegnati, più che a ricercare la pace, a ridefinire le rispettive sfere di influenza strategica, politica, economica. I nostri giorni sono oscurati da questa terribile angoscia per quello che sta succedendo in Ucraina, in Israele e in Palestina.Ā E il nostro tormento deve diventare tormento di tutti, perchĆ© tutti dobbiamo diventare annichiliti da ciò che il mondo sta vivendo. Allora che forza abbiamo noi cittadini normali, se non le parole?Ā Il nostro unico potere Ć© la voce. Bene, adesso tiriamola fuori, questa voce.Ā Non dobbiamo assuefarci alla guerra”.

FERMATEVI!!!

“Per questo, come dice il Papa, anche noi dobbiamo dire ā€œfermateviā€. E’ chiaro che dietro alle armi c’ĆØ un immenso interesse privato.Ā La produzione annuale di armi del mondo supera i mille miliardi, mentre le spese per gli aiuti ai paesi poveri non arriva a 100 miliardi. Da un lato l’occidente, ricco e autosufficiente, che si illude di aver imposto il suo modello al Pianeta, mentre poi viene aggredito e scopre l’odio che gli ĆØ cresciuto intorno e a quel punto si deve difendere.Ā Dobbiamo fermarci finchĆ© siamo in tempo. E dobbiamo ricordarci che non c’è pace senza democrazia.Ā Un recente sondaggio di Pagnoncelli ha dimostrato che gli italiani non vogliono più la democrazia, vogliono l’Uomo forte (oggi forse la Donna forte), ma questo ĆØ estremamente pericoloso: l’Uomo o la Donna forte portano ad avere il potere in una mano sola e questo l’abbiamo giĆ  vissuto”.

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