SANT’AMBROGIO – Il Consiglio Comunale di Sant’Ambrogio davanti al monumento ha conferito Cittadinanza al Milite Ignoto. Un bel momento di partecipazione cittadina in onore delle Forze dell’Ordine. Un atto civico, scolastico che ha visto le massine autoritĆ civiche, i consiglieri comunali, uniti in un atto molto importante.Ā La memoria del Milite Ignoto.
Il 20 giugno del 1921 il ministro RodinĆ² presenta un disegno di legge che impegna lo Stato a rendere gli onori piĆ¹ solenni alla salma di un soldato senza nome. Poi ad agosto si nomina una commissione che ha il compito di rintracciare i caduti ignoti in tutti i posti dove si era combattuto fino a tre anni prima. Al termine dellāoperazione di raccolta vengono selezionate undici salme che sono prima composte a Gorizia in bare di legno grezzo tutte uguali lāuna allāaltra e trasferite poi il 27 ottobre nella Basilica di Aquileia. A invitare il quale di quegli undici corpi avrebbe rappresentato il sacrificio di tutti i caduti viene chiamata una donna di Trieste. Dalle carte risulta che il suo nome ĆØ Maria Bergamas e che suo figlio Antonio di leva nellāesercito austriaco aveva disertato per andare a combattere con gli Italiani.
DISPERSO
Risultava poi disperso in battaglia sul Monte Cimone. Il giorno dopo la donna entra nellāantica basilica mentre allāesterno attende una folla silenziosa e commossa. Sfila lentamente davanti alle undici bare allineate nella navata centrale. Si ferma davanti ad una, con decisione, senza parlare. Dopo il gesto di Maria Bergamas la bara viene collocata sullāaffusto di un cannone. Un corteo di reduci, di madri e mogli di caduti, giunti da tutto il Veneto, la segue fino alla stazione ferroviaria di Aquileia dove ĆØ posta su un vagone. Il treno si muove.
IL VIAGGIO
ViaggerĆ lentamente per quattro giorni sulla linea Aquileia, Venezia, Bologna, Firenze, Roma. 800 kilometri tra due ali di gente. Eā uno spettacolo straordinario e soprattutto spontaneo, espresso da persone di tutti i ceti sociali che partecipano ognuno a proprio modo: in ginocchio, in silenzio, con lāespressione del dolore. Sventolando vessilli e bandiere italiane oppure lanciando fiori. Il pomeriggio del 3 novembre il treno entra nella stazione Termini a Roma. Sui marciapiedi lo attendono decine di bandiere, tutte le cariche dello Stato, diplomatici, ufficiali, militari e tanta gente comune. Eā mattino e a Piazza Venezia cominciano ad arrivare i primi reparti del Regio Esercito. Tra poco il grande quadrato davanti al monumento sarĆ gremito.
A ROMA
Il cielo sta diventando cupo, come per preparare la scenografia dellāultimo atto. Le persone arrivano a migliaia e tra loro reduci e decorati. Uomini con le loro medaglie, con i volti scavati , sono contadini e operai che conoscono da sempre la fatica e il sacrificio. Sono quella generazione di fine ottocento che ĆØ riuscita a battere sul campo uno degli eserciti piĆ¹ forti del mondo. Il soldato ignoto sta per arrivare. Lo prendono sulle spalle sei combattenti decorati con medaglie dāoro. Ancora la lunga scalinata e la bara giunge finalmente alla sua sepoltura Nel sacello ricavato sotto la statua della dea Roma sul quale ĆØ incisa la semplice scritta latina āIgnoto militiā, al Milite Ignoto. Il posto che dāora in poi si chiamerĆ lāAltare della Patria. Eā un altare molto particolare di fronte al quale basta provare solo affetto e magari avere voglia di portare un fiore.
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