Salbertrand: la festa di San Pancrazio in frazione Eclause

SALBERTRAND – Domenica 13 maggio in frazione Eclause si svolgerà la festa patronale di San Pancrazio.

La storia di Eclause

Eclause è la frazione più grande del Comune, a 1383 metri d’altitudine; ci vive ancora qualche famiglia di contadini. Coloro che hanno preso residenza al piano o in città vi ritornano di tanto in tanto. Nel 1948 lassù c’erano ancora ventiquattro alunni: d’estate si dedicavano al pascolo delle mucche o delle pecore perché le stalle erano gremite di bestiame. La terra è fertile, nei Campi “dl’Archà”, Campi del cassone del grano, crescono le fave più grosse, la segale più alta, le patate migliori.  La Cappella ha un artistico campanile ed un portale in legno impreziosito da sculture. La festa della frazione ricorre il 12 maggio, giorno di San Pancrazio.

San Pancrazio

Pancrazio nacque verso la fine dell’anno 289 a Sinnada, cittadina della Frigia, provincia consolare dell’Asia Minore. I suoi ricchi genitori erano di origine romana: Ciriada, la madre, morì nel parto, e Cleonia, il padre, lo lasciò orfano all’età di otto anni. Cleonia, morendo, affidò Pancrazio allo zio Dionisio, pregandolo di curarne l’educazione e l’amministrazione dei beni.

Entrambi, Pancrazio e Dionisio, vennero a Roma per abitare nella loro villa patrizia sul Monte Celio. Presto incontrarono la comunità cristiana di Roma e chiesero di essere iniziati alla fede cristiana. La scoperta di Dio e di Cristo infiammò talmente il cuore del giovane e dello zio da chiedere in breve tempo i sacramenti del battesimo e dell’eucaristia.

Scoppiò nel frattempo la persecuzione di Diocleziano, rivelatasi ben presto la più atroce di tutte le precedenti sopportate dai cristiani. Era l’anno 303 e il terrore della persecuzione, iniziata nelle province dell’impero romano, arrivò anche a Roma, falciando inesorabilmente ogni persona che avesse negato l’incenso agli dèi romani o allo stesso imperatore.

Anche Pancrazio fu chiamato a sacrificare, per esprimere la sua fedeltà a Diocleziano, ma, dietro il suo costante rifiuto, fu condotto davanti allo stesso imperatore per essere giudicato. Diocleziano, sorpreso “dall’avvenenza giovanile e bellezza di lui, adoperò ogni arte di promesse e minacce per fargli abbandonare la fede di Gesù Cristo” (da un manoscritto dell’epoca).[1] La costanza della fede di Pancrazio meravigliò Diocleziano e tutti i suoi cortigiani presenti all’interrogatorio, suscitando nello stesso tempo lo sdegno dell’imperatore, che ordinò la decapitazione dell’intrepido giovane.

Condotto fuori Roma, sulla via Aurelia, nelle ultime ore del giorno, presso il tempio di Giano, Pancrazio porgeva la testa al titubante carnefice, sacrificandosi per la propria fede. Ottavilla, illustre matrona romana, prese il capo e il tronco del corpo e, untili con balsami e avvoltoli in preziosi lini, li depose in un sepolcro nuovo, scavato appositamente nelle già esistenti catacombe.

Sul luogo del martirio leggiamo ancora oggi: Hic decollatus fuit Sanctus Pancratius, Qui fu decapitato san Pancrazio.

Il programma della festa

  • Ore 10.45 ritrovo in piazza con la partecipazione e la musica della Banda musicale Alta Valle Susa.
  • A seguire aperitivo nei locali dell’ex scuola.
  • Ore 14.45 inizio del pomeriggio in musica con gofri e bevande per tutti.
  • Ore 16 santa Messa.
  • Possibilità di cenare alla Cantina Alpina su prenotazione.

Prenotazioni:

  • Cantina Alpina tel 328 9442592