RIVOLI – Uno spiccato talento musicale nel quale fluiscono la scuola classica, la grande passione per il jazz e l’improvvisazione, la fascinazione verso ogni forma di sperimentazione, di approfondimento, di studio delle note – così come della realtà – al di là di ogni limite; è noto che Dan Tepfer, franco- americano classe 1982, pianista e astrofisico (laureato all’Università di Edimburgo), faccia dell’eclettismo una vera e propria cifra stilistica.
IL BACH DI TEPFER TRA ALGORITMO E JAZZ
Risale al 2018 una sorta di sintesi del suo credo, “Natural machines”, ultimo, ambizioso progetto laddove la musica diventa intersezione tra processi naturali e meccanici attraverso l’elaborazione di un nuovo software per la visualizzazione delle note in immagine e movimento. Tutta la grande musica – racconta in una recente intervista – esiste in quell’anello di congiunzione che sta tra lo spirituale e l’algoritmico. Come l’architettura, ha una struttura solida: laddove la sua superficie è soprattutto emozionale/spirituale, nel profondo è governata da sistemi logici; questo è ciò che regala alla superficie la sensazione di profondità e stabilità che riconosciamo in alcuni tipi di musica.