Rivoli: a Casa Museo Antonio Carena c’è il graffitismo

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RIVOLI – Rivoli: a Casa Museo Antonio Carena c’è il graffitismo

MOSTRA IL GRAFFITISMO DI ANTONIO CARENA

La Casa Museo Antonio Carena a Rivoli proroga la mostra “Nulla da dire niente da ascoltare”. Opere da respirare ed osservare ricordando che era il 1970 quando Carena entrava in un momento di tipo concettuale, tendente al non intervento, all’azzeramento dei contenuti. Così se le scritte, al primo sguardo un insieme confuso e disordinato di segni e colori, erano mezzo efficace per esprimere e diffondere opinioni, suscitare reazioni, talvolta sfidare citando argomenti di ‘massa’ con sottile ironia; le lettere sono giocate su sfasamenti di tipo magnetico, la cui linea continua, eseguita con la velocità tipica dei graffiti urbani, si aggroviglia in nodi ondulanti e serpentini. Rivoluzione urbana come i cartelli bianchi del 1971 Carena entra in un momento di tipo concettuale, tendente al non intervento, all’azzeramento dei contenuti, una spinta al purismo del linguaggio.

L’HAPPENING

L’occasione è un happening per le strade della città, dove il quadro si trasforma in segnale primario privo di significazione, indefinibile e disorientante. Citano argomenti di ‘massa’ con sottile ironia; le lettere sono giocate su sfasamenti di tipo magnetico, la cui linea continua, eseguita con la velocità tipica dei graffiti urbani, si aggroviglia in nodi ondulanti e serpentini. L’opera dal pittore Andrea Quaranta realizzata il 13 maggio durante l’inaugurazione della mostra con una performance a cielo aperto è esposta all’interno della Dependance. Presenti nel giardino la land art di Roberto Monticone, autore delle Mood stones. Egli rappresenterà tramite l’abbinamento di pietre, poste in un magico bilanciamento che sfida e sfiora le regole della legge di gravità e della fisica.

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