Ritornano le visite guidate alla Miniera di Talco Garida a Forno di Coazze

COAZZE – Ritornano le visite guidate alla Miniera di Talco Garida a Forno di Coazze, può finalmente riaprire le porte ai visitatori. Domenica 23 maggio sarà possibile visitare il sito minerario nei due turni di visita disponibili, il primo alle 9:30 ed il secondo alle 10:30. Percorrendo le sue gallerie per oltre 1 chilometro, si potrà ascoltare la storia della miniera, scoprire tante curiosità sull’estrazione del talco e sul lavoro dei minatori, conoscere la flora e la fauna che abitano questo ambiente così unico e particolare. Alla visita possono partecipare adulti e bambini al di sopra dei 7 anni. Tariffe: adulti 10 €, bambini fino ai 13 anni 7 €, tesserati CAI o GECO 8 €. Prenotazione obbligatoria entro sabato 22 maggio presso l’ufficio turistico di Coazze, Viale Italia ’61 n. 3, 011/9349681, turismo@comune.coazze.to.it, direttamente dalla pagina Facebook.

LA MINIERA

L’antica Miniera di Talco di Garida è situata in zona Forno di Coazze a circa 1070 metri di altitudine. La miniera, tra le più antiche delle Alpi, si estende su più livelli collegati da gradini e scale. Quando viene aperta alle visite è possibile vederne oltre mille metri e osservare l’evoluzione della pratica di estrazione del talco. Inoltre confrontare le prime gallerie di fine ‘800 con quelle più recenti risalenti al 1968, anno in cui cessò l’attività. La storia. In una relazione del 31 dicembre 1783 che il conte Ludovico Birago di Vische ricordava l’impiego della terra di Giaveno nella composizione delle sue porcellane. Fondatore della manifattura di ceramiche di Vische, il nobile era stato responsabile tra il 1765 e il 1768 della prima produzione di porcellana a pasta dura in Piemonte. Ottenuta mescolando diversi tipi di caoloniti provenienti da Castellamonte, Baldissero e, appunto, dalla Valsangone.

A COAZZE

Anche se probabilmente le prime escavazioni della miniera di talco a Garida a Coazze furono effettuate già nella prima metà dell’800, le prime informazioni ufficiali risalgono al luglio 1888. Nell’estate di quell’anno, infatti, il signor G.P. Tron ottenne il permesso di escavazione di talco nei pressi dell’attuale miniera. La Società Italiana Talco e Grafite prelevò la miniera nel 1925. Questa società, oltre ad ampliare gli scavi e le ricerche, costruì la teleferica, utile per trasportare il minerale dal sito alla carrareccia di fondovalle, per un percorso di 3400 metri. In precedenza il minerale veniva trasportato a piedi, contenuto in grandi sacchi. Oppure per mezzo della lisi, una particolare slitta utilizzata nella neve soprattutto per il trasporto della legna. Dal fondovalle il minerale veniva poi trasportato con degli autocarri ad Avigliana, dove veniva macinato.

NEGLI ANNI DELLA GUERRA

Dopo il fallimento della SIGET, avvenuto nel 1933, la miniera venne chiusa. Pochi anni dopo, nel 1935, altri due potenziali padroni si fecero avanti. La Società Talco e Grafite Val Chisone, che possedeva tutte le azioni della SIGET, e il ragionier Emesto Fea di Torino. I due si contesero la zona di escavazione. Al ragionier Fea venne accordato il permesso di ricerca alla destra orografica del rio Cevrero. Mentre la sinistra tocco alla Società Talco e Grafite Val Chisone. La miniera venne nuovamente chiusa nel corso della seconda guerra mondiale, questa volta non per fallimento. Ma per carenza di manodopera, impiegata al fronte a combattere. In questo periodo venne fatto un uso originale della miniera. Fu usata infatti come rifugio, prima dalla popolazione civile, poi dai  partigiani della Resistenza. I quali si nascondevano lì per sfuggire ai rastrellamenti tedeschi.

LA CHIUSURA

Questa miniera rimase attiva fino al 1968, quando chiuse perché il talco estratto era insufficiente per compensare i costosi lavori di estrazione. L’ultimo capitolo della storia della miniera di Garida comincia nel 1994, quando la ditta Lavori Minerari Rossi ottiene il permesso di escavazione e, affiancata dall’Associazione per la Conservazione delle Tradizioni Minerarie (ACTM), avvia il progetto di rendere la miniera in tutto e per tutto funzionante. Inoltre anche visitabile da chi lo desideri, progetto che è ancora in svolgimento. In occasione della Giornate FAI d’Autunno in passato il Gruppo FAI Valsangone ha dunque scelto di proporre la visita alla miniera. E l’affluenza di un pubblico interessato ed entusiasta ha testimoniato il successo dell’iniziativa.

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