Il ristorante “Da Camillo” festeggia quarant’anni: ricordi, gusto e qualità

Camillo e Ilde Folini

MOMPANTERO – “Il grande chef è anche scienziato. Ma è qualcosa di più del semplice chimico: egli è alchimista, è sciamano ed è artista, in quanto i suoi intrugli non sono volti a curare malanni del corpo o della mente, bensì allo scopo ben più trascendente di sollevare l’anima”  ha scritto lo scrittore scozzese Welsh. Per raccontare la lunga, ed operosa, storia del ristorante “Da Camillo” in quel di Mompantero, dove la Val Cenischia si stringe al lato di quello che fu il Forte della Brunetta, bisogna partire da questo assunto: non c’è cuoco senza anima.

Dalla Valtellina alla Valle di Susa

Andiamo in Valtellina, sopra Sondrio, in due piccoli paesi; Chiuro e Ponte in Valtellina. Tra tutti e due insieme non fatto 5 mila anime, in uno abitava Camillo, un bel ragazzone alto e con i capelli arruffati, nell’altro una bella ragazzina: Ilde. Lui di cognome faceva Folini, particolare ai più ignoto. Capita che il giovane Camillo, apprendista cuoco, segue negli anni Sessanta le maestranze nel cantiere di Venaus, in località a Pra Piano, dove l’Enel costruisce l’impianto idroelettrico della diga del Moncenisio. Il lavoro è lavoro e lui cucina per centinaia di pasti al giorni, dal lunedì alla domenica tutti i giorni; ma proprio tutti i giorni.

Terminato il cantiere, il cuoco che diventa imprenditore vien colpito dal mal di Val di Susa, e anzichè tornarsene al paese, prende in gestione il ristorante davanti al Santuario del Rocciamelone. Prima di cominciare l’attività ci sono alcune pratiche da sbrigare, la più urgente prevede una proposta di matrimonio rimasta in sospeso. Vestito scuro lui, bianco lei, Camillo e Ilde diventano sposi e fatte le valigie, di lei, eccoli a Mompantero a spadellare e servire ai tavoli. Tra un pranzo e una cena, passano dieci anni: e siamo al 1978.

E’ il 28 ottobre quando, dopo appena sei mesi di lavori, da progetto il ristorante “Da Camillo” diventa realtà. Altri tempi penserà qualcuno, anche altra determinazione c’è da costatare. L’alloggio sopra, il ristorante sotto, le cantine e l’area all’aperto a piano terreno. La vita famigliare che diventa tutt’uno con quella professionale. In questi anni, oltre meravigliosi piatti, vengono alla luce due figlie che sono oggi il presente dell’attività.

Alzi la mano chi non ha mai mangiato da “Camillo”, chi non ha partecipato ad un matrimonio, battesimo, festa dei coscritti o anniversario a Mompantero. “Da Camillo” è un’istituzione, un tempio della cucina, una bene storico e gastronomico di tutta la Valle. Qui non contano le stelle, le classifiche Michelin; qui c’è la cucina di Camillo dello chef Claudio e basta. La cucina piemontese è padrona ma un buon piatto di pizzoccheri, tanto per ricordarsi le origini è sempre gradito.

Domenica 28 ottobre a quarant’anni dall’inaugurazione, dalle 18 alle 21, le sorelle Marialuisa e Raffaella, la signora Ilde, e Claudio aspettano amici, clienti e quella tribù di ragazzi e ragazze che per tanti anni hanno lavorato con loro.  Mancherà Camillo, che un brutto male ha portato via, ma ci saranno il suo gusto, che in cucina è ancora utilizzano, la sua verve e il suo carisma che si vede negli occhi delle figlie e un buon bicchiere di vino e buon appetito.