Referendum su taglio dei parlamentari, Susanna Preacco “Tagliare questi costi significa tagliare un pò di democrazia”

Susanna PreaccoSusanna Preacco

S.ANTONINO – Si anima il dibattito sul Referendum che prevede il taglio del numero dei parlamentari. Un voto popolare che verrà espresso a settembre. Una questione poco conosciuta i cui effetti, sopratutto nelle area valligiane, potrebbe avere un risultato molto incisivo. In pratica, si tratta di votare Sì o No alla riduzione di un terzo dei deputati. Passerebbero da 630 attuali a 400 e dei senatori da 315 attuali a 200. Su questo tema interviene il sindaco di Sant’Antonino Susanna Preacco. “Quelli spesi per far funzionare gli strumenti della democrazia non sono soldi sprecati. Tagliare questi costi significa tagliare un pò di democrazia. Perciò voterò no al referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari. Sul piano del principio sono disponibile a discutere della diminuzione dei componenti della Camera e del Senato. A condizione che questa riduzione avvenga nell’ambito di una riforma complessiva che comprenda anche i compiti del Parlamento. Che lo renda maggiormente rappresentativo dei cittadini e magari un pò più efficiente. In passato alcuni governi hanno proposto al voto dei cittadini riforme istituzionali che sono state giudicate non all’altezza delle esigenze del nostro Paese“.

DUE CAMERE

“I problemi relativi al funzionamento delle istituzioni sono molti. Due Camere che hanno uguali compiti, meccanismi spesso farraginosi che rendono complicato legiferare. Di questo dovrebbe occuparsi una seria riforma delle istituzioni, che potrebbe prevedere anche una riduzione del numero dei parlamentari. In questi anni abbiamo assistito all’esaltazione dell’incompetenza, che ha prodotto un personale politico di bassa levatura. E’ incapace di affrontare i problemi dello Stato secondo l’etica della responsabilità. Privilegiando convinzioni che sono spesso risultato di una profonda ignoranza, dell’assenza di una cultura in senso lato e in particolare di una cultura politica della quale si sente sempre più bisogno. Ecco quindi un altro problema. Non la quantità ma la qualità di coloro che siedono in Parlamento. Come hanno osservato molti, la questione che incombe da anni sul sistema politico italiano è la selezione della classe dirigente e un suo rapporto più diretto coi cittadini dei quali è rappresentante. Questione che tira in ballo la legge elettorale che, attualmente, consente in maniera marginale, agli elettori, di scegliere i propri rappresentanti”.

RIDURRE I COSTI?

“Il promotore di questo taglio, il M5S, pensa semplicemente di ridurre i costi della politica e, cosa molto irritante per me, di depotenziare la democrazia rappresentativa a favore di una democrazia diretta che sarebbe, in realtà, il governo di pochi. Questo risparmio, secondo l’Osservatorio dei conti pubblici italiani di Carlo Cottarelli, ammonta a 57 milioni l’anno e 285 milioni a legislatura. Lo 0,007 per cento della spesa pubblica. Cifra certo importante ma quasi la metà di quella spacciata dai promotori del taglio. Del resto, come ha osservato con un paradosso il costituzionalista Michele Ainis, se proprio vogliamo risparmiare aboliamo il Parlamento. Un Parlamento “tagliato” in assenza di una cornice all’interno della quale ci sia una riforma istituzionale, è solo uno scalpo che i novelli qualunquisti esibiranno di fronte ai propri elettori”.

DRASTICA DIMINUZIONE DI RAPPRESENTANZA

“Un taglio che complicherà il funzionamento delle Camere e ridurrà in maniera drastica la rappresentanza politica in alcune Regioni. Spesso ci lamentiamo della classe politica che governa il nostro Paese e dei pessimi risultati delle sue scelte. Ci dimentichiamo però che i primi responsabili siamo noi cittadini-elettori che la incarichiamo, col voto, a decidere del nostro futuro. Spesso con una delega in bianco. Il no al referendum è l’occasione per invertire questo comportamento”.

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