TORINO – Piemonte: in ricordo del giuramento degli allievi dei Carabinieri a Torino.
A TORINO GIURAMENTO E CONFERIMENTO DEGLI ALAMARI AGLI ALLIEVI CARABINIERI
E’ partita dalla caserma Cernaia la sfilata degli allievi Carabinieri che, dopo aver attraversato le vie del centro cittĆ , hanno fatto ingresso in Piazza Castello, dove si ĆØ svolta, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (nella felice ricorrenza del suo 81Ā° genetliaco), la cerimonia di giuramento del 140Ā° Corso Formativo. Intitolato ad Alberto La Rocca, carabiniere Medaglia dāOro al Valor Militare, che nellāagosto 1944 si consegnĆ² ai tedeschi a Fiesole per salvare la vita di dieci ostaggi civili che sarebbero stati uccisi in conseguenza della sua fuga per unirsi alle brigate partigiane. La cerimonia, celebrata appositamente in una delle piazze torinesi di piĆ¹ alto valore storico e simbolico, esalta il legame inscindibile tra la Scuola Allievi Carabinieri, il Piemonte e la cittĆ di Torino, che nel 1814 vide la nascita del Corpo dei Carabinieri Reali.
QUANDO C’ERA IL RE CARLO FELICE
Concomitante alla solennitĆ del Giuramento la celebrazione del bicentenario della prima scuola di formazione dellāArma dei Carabinieri, che la CittĆ di Torino ospita dal 1822. Il 12 ottobre 1822, infatti, il re di Sardegna Carlo Felice emanĆ² a Torino le Regie Patenti con le quali istituƬ la figura dellāallievo Carabiniere. Lāevento del 23 luglio 2022 a Torino, che ha visto 275 allievi Carabinieri protagonisti del giuramento, ĆØ stato il momento piĆ¹ emotivo e commovente perchĆ© era un familiare ad apporre gli āAlamariā sulla divisa di ciascun allievo. Hanno presenziato il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e dal Comandante Generale dellāArma dei Carabinieri, Generale di Corpo dāArmata Teo Luzi.
SCUOLA ALLIEVI CARABINIERI
Il Comandante della Scuola Allievi Carabinieri di Torino, Colonnello Giovanni Spirito, autoritĆ civili e militari e religiose, gonfaloni e labari delle istituzioni ed associazioni dāarma, nonchĆ© familiari degli allievi provenienti da tutta Italia. Uno schieramento composto dalla Banda dellāArma dei Carabinieri, il Gagliardetto del 140Ā° Corso, ha reso gli onori al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A chiusura della cerimonia il Capo dello Stato ha passato in rassegna i reparti schierati.
IL GIURAMENTO
Solenne impegno morale di mantenersi fedele a tutti i doveri dello Stato militare, assunto da chiunque entri a far parte delle Forze Armate. Il giuramento esiste presso tutti gli eserciti e risale a tempi assai lontani. Nell’antica Roma esso aveva carattere religioso. Gli ufficiali lo prestavano individualmente dinanzi al loro comandante; per i soldati la formula del giuramento veniva pronunciata da uno di essi e gli altri uscivano uno alla volta dalle file pronunciando le parole “idem in me” (lo stesso per me). Nei secoli successivi andĆ² gradualmente perdendo ogni carattere di sacralitĆ . L’assetto nazionale assunto dagli eserciti nell’epoca moderna ripristinĆ² via via l’aspetto solenne ed il carattere morale del giuramento. Nell’anno 1822 ciĆ² avvenne anche nel Regno sardo-piemontese, agli albori dello Stato italiano, ma il rituale del giuramento delle forze armate, fissato per il 15 marzo, venne preceduto di un giorno e nella “chiesa metropolitana” di Torino dalla fastosa cerimonia del giuramento a Carlo Felice da parte dei “cavalieri dell’Ordine Supremo…. dei grandi di corona con dignitĆ e di quelli titolari… dei nobili della Divisione della Savoia, della Divisione di Torino, quindi delle Divisioni di Cuneo, Alessandria, Novara, Aosta, Nizza e Genova”.
LA NUOVA FORMULA
La formula di giuramento stabilita per i militari di truppa dell’Esercito sardo-piemontese, era la seguente: “Io N.N. giuro solennemente d’esser fedele a Dio, ed alla MaestĆ del Re… nostro Signore, e di lui successori legittimi: di servirla con onore e lealtĆ : di sacrificare anche i miei beni e la mia vita per la difesa della sua Real Persona, e pel sostegno della sua Corona e della piena sua autoritĆ sovrana, anche contro i suoi sudditi, che tentassero di sovvertire l’ordine del Governo. Giuro parimenti di non abbandonare mai nĆ© cedere le nostre insegne, ed il posto che mi verrĆ dai miei superiori affidato: d’ubbidire ai Generali ed altri miei superiori da S.M. nominati, d’onorarli, difenderli, e d’eseguire ogni loro ordine in tutto ciĆ² che concerne il Regio servizio. Giuro di non avere carteggio, od intelligenza diretta od indiretta con Potenze straniere, di non accettare dalle medesime doni, pensioni, e distinzioni qualunque senza licenza di S.M., e di educare i miei figliuoli in questi leali sentimenti. Giuro infine di non appartenere a nessuna setta o societĆ proscritta dal Governo di S.M.: di non ascrivermi in avvenire, e di svelarne l’esistenza se ne fossi informato. CosƬ Dio mi aiuti“.
DA CARLO ALBERTO
Nell’anno 1848, proclamato da Carlo Alberto lo Statuto costituzionale fondamentale del Regno, la formula del giuramento venne modificata come appresso: “Io giuro di essere fedele a S.S. R M. ed ai suoi Reali precessori, di osservare lealmente lo Statuto, le leggi dello Stato e di adempiere a tutti li doveri che sono inerenti alla mia qualitĆ di militare col solo scopo del bene inseparabile del Re e della Patria“. La formula dei giuramento ebbe da allora poche variazioni sino a raggiungere l’essenzialitĆ di quella attuale: “Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioniā.
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