PARALIMPIADI: ORO NELL’ARCO RICURVO
PARIGI (FRANCIA) – Paralimpiadi, Elisabetta Mijno e Stefano Travisani scrivono un’altra pagina di storia nel ricurvo a squadre miste. Solo qualche giorno fa la Chirurga della Mano del Cto di Torino si appendeva al collo il bronzo individuale, una sorta di preludio a questo splendido successo. Elisabetta era una donna d’Oro anche prima di vincere l’Oro Olimpico, ma la medaglia corona una carriera sportiva ed umana straordinaria.
L’ATLETA
“Lo sport è passione, qualcosa che mi dà grandissime emozioni”. Paraplegica dall’età di 5 anni a causa di un incidente stradale, Elisabetta Mijno è una delle veterane della Nazionale Italiana di tiro con l’arco. Medaglia d’argento a Londra 2012, bronzo a Rio 2016, del tiro con l’arco ama il fatto di essere, per certi aspetti, incomprensibile. In ambito sportivo si ispira ad atleti che hanno fatto la storia dello sport mondiale, come la canoista Josefa Idem. “Il momento sportivo più bello, oltre alle medaglie paralimpiche, è legato all’aspetto della condivisione che si vive con la squadra, perché la squadra è un concetto che trovi solo nello sport o in pochissime altre realtà”. Elisabetta, oltre a essere un’atleta, è un medico chirurgo. Forse per questo la sua serie tv preferita è Scrubs. Una band che non può mancare nella sua playlist: i Queen. “Resilienza è un aspetto che va oltre la resistenza e l’adattamento. È la capacità di sopravvivere alle difficoltà e alle diversità. Lo sport, in questo, è maestro”. Sui prossimi Giochi, una veterana come lei ha imparato a non fare pronostici, ma, dice “Spero di godermela per come la conosco io, visto che l’ultima l’abbiamo trascorsa all’ombra della pandemia“.
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