Oulx, una serata sui percorsi di convivenza e cooperazione

OULX – Una serata, quella organizzata dall’amministrazione comunale, dove si è parlato di valori condivisi, argomento che ha caratterizzato il secondo incontro di: Sana e rubusta costituzione. Sala gremita e pubblico molto attento per un confronto che ha visto al tavolo dei relatori il capo rabbino di Torino Ariel Di Porto, Gianluca Popolla in veste di direttore del Museo Diocesano, Davide Rostan pastore valdese di Susa e Younis Tawfik, direttore del Centro Italo Arabo di Torino.

Gli interventi degli invitati al confronto

Torino è un modello virtuoso – ha esordito Ariel Di Portoper quanto riguarda il dialogo interconfessionale basti pensare al comitato interfedi che nasce nel 2006 con Valentino Castellani oggi presidente di questo osservatorio o al progetto di Gianpiero Leo Noi siamo con Voi”. Lo slogan “dove c’è dialogo c’è ricchezza” è stato un pò il filo conduttore della serata anche se Gianluca Popolla ha ben sottolineato che “Il dialogo è fatica, il dialogo non è sempre spontaneo e cambia il modo di dialogare a seconda di dove ti trovi a vivere l’esperienza”.

Fatica e luoghi comuni nel distinguere tra fedi e religioni, fatica a identificare etnie presenti e confessioni religiose, differenti correnti di pensiero, fatica nei rapporti tra confessioni religiose e Stato, tema più volte toccato dal pastore Rostan. Una differenza è , ad esempio, che oggi ci sono circa 25.000 valdesi ed oltre due milioni di fedeli musulmani in Italia, ma lo Stato non ha ancora stretto un accordo con loro come con la Chiesa Valdese o il mondo ebraico. Non siamo tutti sullo stesso piano anche dal punto di vista fiscale e delle tasse, alcuni edifici di culto non pagano l’IMU, altri per esistere devono essere riconosciuti come locali privati intestati a singole persone.

I relatori

I relatori

Tutti uguali e tutti diversi. “Il lavoro più difficile – ha esordito Younis Tawfikforse oggi spetta a noi musulmani perché siamo identificati purtroppo molte volte come il mondo dei violenti, ma l’Isis è l’Islam politicizzato mentre la nostra religione, come tutte le altre, afferma il no alla violenza nel nome di dio e qui non si può stare in una zona grigia, bisogna scegliere di contrastare e combattere. Il nemico numero uno della convivenza democratica è l’ignoranza perché l’essere umano non nasce razzista, semmai lo diventa dopo”.

Tanti i temi posti dai relatori e poi, con domande, dal pubblico. Tante e differenti gli spunti offerti alla platea. Il prossimo appuntamento sarà venerdì 24 novembre; si parlerà di dialogo in politica per il bene comune.