Oulx, 70 anni di lotta per i diritti umani nel ricordo del condovese Achille Croce

OULX – L’Istituto Superiore Des Ambrois ha ricordato i 70 anni dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Dopo che la scorsa settimana, il 1 dicembre, si era svolto il Festival delle Migrazioni. I ragazzi hanno partecipato ad un convegno, organizzato dal Paolo de Marchis, Sindaco di Oulx, ospitato nella sala del Consiglio del Comune. L’incontro ha avuto un titolo volutamente ambiguo: si è infatti discusso insieme di Diritti, in occasione del 70 anniversario della proclamazione di quei diritti, ma anche di pensando alla loro costante violazione.

Questo evento ha visto la partecipazione di 100 studenti, in rappresentanza delle tante classi dell’istituto e a tanti ospiti. Sono intervenuti portando il loro contributo l’assessore regionale alle pari opportunità Monica Cerutti, Valentina Pazé docente del dipartimento di culture, politica e società dell’Università di Torino, Carlotta Sami portavoce dell’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati del sud Europa, Eugenio Alfano responsabile del coordinamento di migranti e rifugiati di Amnesty International e Abdullahi Ahamed rifugiato testimone del tempo.

Nel corso della mattinata l’Istituto Des Ambrois ha proposto una sua traduzione in contesto locale della mozione che il Consiglio comunale di Assisi ha presentato per l’abolizione della produzione di armi destinate a uso militare in Italia. Gli studenti d’Istituto hanno, nelle settimane scorse, studiato la mozione di fabbrica che nel settembre del 1970 Achille Croce, operaio del Comune valsusino di Condove, portò in approvazione nelle Officine Moncenisio. La fabbrica Moncenisio, che nel periodo della seconda guerra mondiale aveva già prodotto armi, era destinata a essere riconvertita per passare da produzioni civili (carrozze ferroviarie e macchine per calze) a produzioni belliche. Achille Croce, pacifista gandhiano, iniziò per primo una azione di obiezione civile che portò in pochi mesi alla mozione e al voto unanime degli 800 suoi colleghi di fabbrica, che rifiutarono di prestare il proprio lavoro alla produzione di morte.