Ottimo successo per Bruzolo in musica

BRUZOLO – Si è svolta domenica 26 giugno la prima edizione di Bruzolo in musica. Sotto un sole cocente si sono alternati nei tre stand allestisti per le vie del paese, con tanto di addobbi floreali curati da Mysotis di Nadia di Bussoleno, ben 16 gruppi musicali, spaziando dal puro pianobar alla musica tirolese, dal rock al jazz passando per la danza e la musica da camera. Insomma c’era musica per tutti i gusti e per tutte le orecchie; anche per i più piccoli è stata allestita in un’aula delle scuole una serie di attività volte all’avvicinamento al mondo musicale seguite dalla Maestra Catia Plano.  Per l’aspetto culinario ci si è avvalsi della collaborazione degli “Amici di San Rocco” con panini crepes e molto altro.

Molto soddisfatti gli organizzatori: “Per essere stata la prima edizione la macchina ha girato benissimo, sembravamo già rodati” dice Demetrio Calluso consigliere al turismo che insieme all’Assessore alla Cultura, Michela Olivero, sono stati gli ideatori della giornata. “Senza l’aiuto di Sarah Cibrario, di Francesca Olivero e di Mario Larotonda precisissime “macchine da evento” tutto non sarebbe girato in questo verso, un ottimo verso” conclude la Olivero. Gli organizzatori hanno già in mente migliorie per la seconda edizione e promettono che da questo autunno inizieranno a lavorare su nuove idee partendo già da un’ottima base di partenza per il prossimo anno per la seconda edizione di Bruzolo in musica.

IL CASTELLO

Nel Castello di Bruzolo venne firmato il 25 aprile 1610 il Trattato di Bruzolo tra gli emissari di Enrico IV re di Francia, Claude de Bullion e François de Bonne de Lesdiguières, e Carlo Emanuele I duca di Savoia. Il castello di Bruzolo è fra i più interessanti castelli in Valle di Susa. Fu sede nel 1610 della firma del Trattato di Bruzolo, un’importante alleanza matrimoniale e militare tra Regno di Francia e Ducato di Savoia. Nel suo nucleo più antico risale almeno al feudo dei Bertrandi, istituito da Tommaso I di Savoia nel 1227. Ancora circondato in parte da prati e vigneti, è situato a metà del pendio alluvionale del paese. Nel 2015 l’edificio principale, appartenuto in ultimo alla famiglia Marconcini, è stato acquisito dallo Stato per il suo interesse storico-artistico e affidato alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Torino. Abitato ancora oggi, se uno sguardo superficiale può essere ingannato dal parziale interramento dovuto alle alluvioni, in realtà la sua struttura è piuttosto ampia.

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