RIVOLI – Clown in corsia per i bambini del Reparto Pediatria dell’Ospedale di Rivoli. Ogni sabato pomeriggio i clown de La Mole del sorriso, che da tempo collabora con i reparti pediatrici torinesi, si collega in video, con tablet o cellulare, con i bambini ricoverati, ognuno dal proprio lettino. Le restrizioni legate al Covid, che hanno bloccato il gioco interattivo in presenza, non hanno fermato i “paiasu” della Mole, che continuano a regalare un sorriso ai nostri piccoli pazienti. Ed eccoci all’Ospedale di Rivoli con la clownterapia, detta anche terapia del sorriso, è l’applicazione di tecniche di clownerie in ambito sanitario, allo scopo di migliorare l’umore dei pazienti, familiari e accompagnatori. Essa viene attuata da persone appartenenti ad enti privati che scelgono il clown come stato di coscienza per entrare in relazione con persone ospedalizzate o in difficoltà.
IL SORRISO
Sono appositamente formate per operare nel settore sociosanitario, attraverso tecniche derivate dall’improvvisazione teatrale, dall’arte del clown al teatro. Il loro lavoro è rivolto alla comunità dei luoghi di cura e specialmente ai degenti. Spesso bambini, ricoverati in strutture ospedaliere ed anche in case di riposo, case famiglia, orfanotrofi, centri diurni, centri di accoglienza, per alleviarne lo stato d’ansia e la sofferenza e contemporaneamente per migliorare la funzionalità del sistema immunitario. L’origine della clownterapia moderna, ha diverse figure di riferimento. La presenza ufficiale di clown professionisti all’interno dei contesti di cura ha avuto infatti inizio nel 1986. Quando Karen Ridd a Winnipeg e Michael Christensen a New York, in maniera indipendente uno dall’altra, hanno dato avvio a questa particolare attività. Altra importante figura di riferimento è quella di Hunter Doherty “Patch” Adams, clown e medico, attivista sociale.
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