Morto a 96 anni il partigiano Cesare Alvazzi del Frate, combattè in alta Valsusa

cesare alvazzi del frate(foto ANPI Chiomonte)

VALSUSA – Morto a 96 anni il partigiano Cesare Alvazzi del Frate, combattè in alta Valsusa (ANPI Chiomonte).

MORTO CESARE ALVAZZI DEL FRATE PARTIGIANO IN VALSUSA

Nella notte tra domenica 15 e lunedì 16 gennaio è morto a 96 anni Cesare Alvazzi del Frate. Per anni componente della Sezione ANPI Chiomonte Alta Valle Susa. Figlio dell’alto magistrato Alessio Alvazzi del Frate, Cesare era entrato nella Resistenza a soli 17 anni, unendosi alle schiere di Maggiorino Marcellin. Divenuto Comandante Distaccamento 41ª Divisione Val Chisone, Brigata Monte Assietta, Cesare fu uno dei protagonisti della più importante battaglia combattuta in alta Valle Susa durante i mesi della Resistenza: la battaglia del Monte Triplex-Col Basset del 17 luglio 1944. Questa si concluse con la vittoria partigiana dopo una giornata di fuoco che vide numerosi caduti tra i tedeschi e quattro tra i partigiani: Paolo Ragazzoni, Massimino Baccon, Guido Dorato e Aldo Garambois.

IL PARTIGIANO COMBATTENTE

Nato l’11 luglio 1926 a Sauze d’Oulx in alta Valsusa, durante la Resistenza era fra i più giovani riportando anche gravi ferite alle mani. Per anni Cesare ci ha accompagnato a portare la testimonianza della Resistenza sui territori, nelle scuole, nell’ultimo saluto ai compagni che “vanno avanti”, infaticabile portatore di memoria e valori partigiani.

LA STORIA DELLA LIBERAZIONE

Il 27 aprile ad Exilles sentiamo scoppi e spari dal basso. Si sparava verso il paese. Sul campanile c’era una mitragliatrice tedesca che riuscimmo a neutralizzare. Ancora oggi si vede una colonnina del campanile di colore più chiaro perchè ha sostituito quella abbattuta. Mentre ero sdraiato per sparare, sentii un tonfo a sinistra vicino a me: era un colpo di mortaio non esploso. La solita mia fortuna. Arriva trafelata Maria Panizzera, la maestrina: “se ne stanno andando, scendete”. In paese grandi accoglienze. La gente usciva dalle case per abbracciarci e offrire qualcosa. Mandai come convenuto un portaordini al colle per informare della situazione. Quando i francesi delle Forze Francesi dell’Interno trovarono il paese liberato, fecero una cosa ben rara nei confronti degli italiani: si schierarono lungo il paese presentando le armi e mi fecero passare in rivista con il loro ufficiale. In seguito a Susa mi diedero addirittura la Croix de Guerre avec Etoile de bronze. Poi arrivò il grosso delle truppe. Vi furono incidenti. Scesero fino a Rivoli e De Gaulle voleva l’annessione della valle alla Francia. Intervenne subito il Presidente americano che minacciò di sospendere ogni aiuto alla Francia, viveri e munizioni. I confini rimasero quelli storici“.

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