AVIGLIANA – Medical Lab e Sport: la spalla nel volley. La spalla del pallavolista è sottoposta a sollecitazioni intense che ne aumentano il rischio di infortuni acuti e cronici. Il dottor Diego Contro, Fisiatra di Medical Lab e medico della Società Reale Mutua Fenera Chieri ’76, approfondisce le tematiche relative ai rischi e alle patologie legate a questa articolazione. Quanto può andare veloce una palla da volley? In ambito professionistico si registrano velocità della palla in battuta e nella schiacciata superiori ai 100 Km/h. Gli atleti della nostra nazionale, maschile e femminile, detengono il record di servizio più veloce delle Olimpiadi (Ivan Zaytsev durante i Giochi Olimpici del 2016 ha battuto alla sorprendente velocità di 127 km/h) e di schiacciata più veloce (Paola Egonu durante la Volley Nations League del 2024 ha realizzato una diagonale profonda a un’impressionante velocità di 116 km/h). La velocità raggiunta in entrambi i fondamentali rende la palla imprendibile per gli avversari e contribuisce alla spettacolarità del gioco. Questi due elementi tecnici della pallavolo esprimono tutta la potenza dell’atleta, il cui fulcro di trasformazione della forza è rappresentato dalla spalla. Il dottor Diego Contro ci parla, partendo dagli aspetti funzionali della spalla, dell’importanza del lavoro preventivo con un focus sul dolore di spalla.
La spalla nel volley
La spalla del pallavolista, capace di tali prestazioni, è costantemente sottoposta a sollecitazioni meccaniche intense che la mettono a dura prova esponendola ad un alto rischio di infortuni (tendinopatie, lesioni alla cuffia dei rotatori o problematiche articolari). Alla base di una corretta funzionalità della spalla vi è sicuramente il timing di attivazione sequenziale di tutte le strutture muscolari che compongono il cingolo toraco-scapolo-omerale, il cui bilanciamento tra espressione di forza e velocità di attivazione muscolare è fondamentale per la performance sportiva, ma anche per prevenire le patologie da sovraccarico di cui sono soggetti tutti gli atleti in particolare quelli di alto livello. Ricordiamo infatti che, rispetto agli sport di “lancio” in cui l’attrezzo sportivo parte dalle mani dell’atleta (baseball, pallanuoto, pallamano per citarne alcuni), nella pallavolo è l’atleta che va a cercare l’impatto con la palla. Perché il gesto tecnico sia efficace serve un corretto equilibrio tra forza e propriocezione necessaria per compiere tutti gli aggiustamenti infinitesimali per colpire la palla trasferendole la forza, la direzione e l’effetto voluto. La spalla, per la sua complessa biomeccanica e anatomia, per poter garantire performance assolute, soprattutto in chi esegue questo gesto in maniera ripetitiva ed esplosiva, deve poter funzionare al meglio e non essere dolente. Questo richiede un lavoro coordinato tra staff tecnico e medico atto al miglioramento delle capacità fisiche e tecniche dell’atleta e di sensibilizzazione al lavoro preventivo.
Il lavoro preventivo
Una strategia di prevenzione efficace non può limitarsi al “riscaldamento con gli elastici” anche perché molti atleti non fatto altro che imitare il compagno di squadra senza un vero focus sulle loro reali esigenze. Le spalle, infatti, non sono tutte uguali! La prevenzione deve iniziare con una accurata valutazione clinica specialistica in ambulatorio con il fine di individuare eventuali alterazioni posturali, deficit di forza muscolare o limitazioni articolari attive e passive (da ridotta elasticità capsulare) che possono predisporre l’atleta a lesioni acute o croniche. La valutazione deve integrare inoltre un’analisi del gesto tecnico in campo e in sala pesi per identificare eventuali anomalie nei movimenti che potrebbero aumentare il rischio di tali infortuni. Questo perché sappiamo che la gestualità tecnica e il ruolo dell’atleta comportano degli adattamenti biomeccanici diversi. Ad esempio, un attacco lungo linea richiede un maggiore impegno dei muscoli stabilizzatori della scapola, mentre un colpo in diagonale sollecita maggiormente la componente rotatoria della spalla così come il tipo di battuta (spin o flottante). Di conseguenza la spalla di un opposto nel volley subisce stress diversi rispetto a quella di uno schiacciatore o di un centrale e la valutazione dovrà tenerne conto. Per ultimo il ricorrere all’imaging radiologico (ecografia o RM) può aiutare a determinare una condizione patologica preesistente ottimizzando ulteriormente il protocollo preventivo e le strategie terapeutiche. Stabilite le esigenze del singolo atleta un programma di prevenzione dovrà focalizzarsi sul rinforzo muscolare, sul miglioramento della flessibilità muscolare e della mobilità articolare, sul rinforzo propriocettivo e sugli aspetti tecnici e coordinativi del gesto sportivo.
Quindi perché la spalla del pallavolista fa male?
Come abbiamo visto la spalla è un complesso sistema anatomico e il dolore, frequentemente anteriore all’impatto con la palla, può derivare da molteplici cause, non solo da una singola struttura. Attribuire il dolore, come spesso accade, al solo tendine sovraspinato è limitativo. Sicuramente la patologia del sovraspinato rappresenta la diagnosi più comune, ma anche il sottoscapolare, intrarotatore omerale alla base della componente di “chiusura” del colpo, spesso subisce una degenerazione strutturale sovrapponibile. Atteggiamenti posturali (determinati dall’anatomia dell’atleta) in associazione con deficit muscolari distrettuali possono favorire una sindrome da conflitto subacromiale generante anch’essa il classico dolore anteriore. Inoltre il dolore può essere di origine funzionale determinato ad esempio da una limitazione articolare per ridotta elasticità capsulare, da alterazioni biomeccaniche o da un alterato timing di attivazione muscolare, motivo per cui è fondamentale conoscere la gestualità tecnica che caratterizza l’atleta in relazione al ruolo e allo sport praticato. Le patologie della spalla possono essere trattate efficacemente se a una diagnosi precisa segue un piano terapeutico integrato con la prevenzione per evitare recidive. La prevenzione deve essere un obiettivo centrale per chi lavora con gli sportivi, e non può prescindere da un approccio multidisciplinare che coinvolga allenatori, medici e fisioterapisti. In quest’ottica la valutazione dell’atleta (professionista o amatoriale) all’inizio della stagione agonistica risulta preziosa per identificare le situazioni a rischio e adottare le misure preventive che possono ridurre il rischio di infortuni minimizzando i periodi di inattività che potrebbero comprometterne la stagione. È fondamentale valutare e pesare caso per caso, affinché chiunque possa svolgere al meglio lo sport che ama, venendo guidato e inquadrato nella conoscenza del proprio corpo e dei propri limiti, ed educato all’adeguata manutenzione che ogni attività fisica richiede.
I Centri Medical Lab
Medical Lab è un gruppo di sei centri medici che operano nell’ambito della medicina specialistica, della medicina dello sport e della fisioterapia in Piemonte e Valle d’Aosta.
Medical Lab Avigliana – Viale M. Gandhi 3, Avigliana – Tel. 011 9348878 – E-mail: avigliana@medicallab.it
Medical Lab Torino – C.so Turati, 15/F. Torino – Tel. 011 6989992 – E-mail: torino@medicallab.it
Medical Lab Vinovo – Piazza Luigi Rey, snc. Vinovo – Tel. 011 3747416 – E-mail: vinovo@medicallab.it
Medical Lab Asti – C.so Alessandria, 226. Asti – Tel. 0141 592534 – E-mail: info@medicallab.it
Medical Lab Alba – C.so Piave, 182. Alba – Tel. 0173 19 50 631 – E-mail: alba@medicallab.it
Medical Lab Aosta – Fraz. Pont Suaz, 87. Aosta – Tel. 0165 210547 – E-mail: aosta@medicallab.it