ALMESE – Giuliano Bosio ad Almese investe sull’ulivo che in Valsusa ha radici antiche. La culla dellāolivo ĆØ il bacino del Mediterraneo, ma Ā sempre piĆ¹ ulivi vengono impiantatiĀ Ā oltre il 45Ā° parallelo. Il clima negli ultimi 2000 anni sull e Alpi ha visto periodi di forti temperature anche in quota. Molti elementi storici fanno pensare che l’ulivo fosse giĆ coltivato ai tempi di Cozio nella conca di Susa. Di certo a partire dal XII secolo furono le comunitĆ religiose i principali responsabili delle bonifiche sui versanti assolati delle Alpi con la vite, il fico e lāulivo. Cosa che avvenne anche in Valle di Susa, territorio da sempre Ā luogo di incontro-scontro di culture e civiltĆ , ma il cui versante roccioso e ripido esposto a sud sull’asse orografico est-ovest ne fa un enclave vegetazionale di flora mediterranea, con mandorli, ginepri, rosmarini, che si prestano come per la vite, alla coltura degli ulivi.
GLI ULIVI DI BOSIO
Giuliano Bosio, giĆ sindaco di Almese, di queste dell’ulivo e della vite ha fatto la sua passione, ma anche un’attivitĆ economica. “Beh, definire attivitĆ economica la produzione di olio mi pare eccessivo. Diciamo che da quando ho iniziato a ripiantare i primi ulivi, ormai quindici anni, fa oggi che ho raggiunto quasi quota 200 mi posso definire un “giardiniere fortunato”. O un “matto” ottimista. Come chiunque pianti un albero che potrĆ vivere ben piĆ¹ di un uomo. E non sono mica il solo in Valle. C’ ĆØ Sergio EnriettaĀ che sta curando insieme ai ricercatori dell’UniversitĆ e di centri studi oleari una ricerca sulle antiche ceppaie della Conca di Susa, da Mompantero, a Giaglione, sino a Gravere e Foresto. E che ha realizzato un impianto in produzione a Borgone.” Una parte degli ulivi giĆ in produzione Bosio li ha in localitĆ Casato Vincendone. Un campanile intorno al quale una comunitĆ di contadini ha per secoli coltivato vite e frutta per le decime.
LA RACCOLTA
La raccolta ĆØ fatta a mano, ramo per ramo, con l’utilizzo di scale. Per poi raccogliere in ceste, le stesse dell’uva, il prodotto. Per la spremitura un viaggetto fino a Cantalupa, persso un altrao appassionato, attrezzato con frantoio per la spremitura a freddo. L’ “oro” di Bosio ĆØ un prodotto molto delicato, con sapori e profumi fruttati. Un totale di circa 50 litri prodotti da 5 quintali di frutti ricavati da una sessantina di piante in produzione. Ogni anno qualche piccola bottiglia in piĆ¹. Un prezioso prodotto “vetrina” della sua azienda che non passa per la vendita. Ma per le mani degli amici, pochi e fortunati. L’olio di Valsusa non ĆØ perĆ² solo piĆ¹ un “monumento alla memoria”, ma una realtĆ che puĆ² ritrovare spazio su decine di terrazzamenti ora incolti. La sfida verso la modernitĆ , come sempre, passa attraverso il recupero delle radici.
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