Luigi Pirandello e la villeggiatura a Coazze, pomeriggio culturale

COAZZE – Sabato 6 luglio dalle ore 16 a Villa Tosco-Prever si svolgerà un pomeriggio culturale organizzato dal Comune di Coazze, l’Ufficio Turistico con la partecipazione dell’associazione Le vie del Tempo e la collaborazione della famiglia Tosco che apre la villa al pubblico. In un pomeriggio d’estate i cancelli di Villa Prever torneranno ad aprirsi per accogliere eleganti signore e distinti Monsù, i notabili di Coazze e i villeggianti venuti dalla città, che su invito del sindaco Prever sono pronti ad accogliere il grande poeta Luigi Pirandello che con la moglie raggiunge la sorella per il meritato riposo estivo.

LO SCRITTORE LUIGI PIRANDELLO

Luigi Pirandello verrà immaginato a Coazze durante le lunghe passeggiate nella fresca Val Sangone, mentre fissa sensazioni, ricordi e pensieri nel “Taccuino di Coazze”, uno degli ultimi momenti di serenità familiare a lui concessi. Alla ricerca della ” buon’aria”, in un pomeriggio assolato, tra le splendide ortensie di Villa Tosco- Prever, e all’ombra dei secolari alberi si rinnova il rito della villeggiatura ,momento conviviale, che darà la possibilità ai rievocatori di raccontare come si viveva in queste eleganti ville, la moda, la cucina, le gite in montagna e le nuove invenzioni portate da Torino e non solo.

STORIA DI COAZZE

L’origine del paese rimane immersa nella leggenda, ma la tradizione storica orale vuole che la sua fondazione sia avvenuta per opera del popolo dei Quadiatti; i primi documenti che ne attestano l’esistenza risalgono al 1035, e precisamente ad un atto di donazione con il quale il vescovo Alrico cedeva la giurisdizione del feudo al monastero di San Solutore di Torino. Le origini del suo nome, in passato erroneamente connesse alle vicende dei vicini regni dei Cozii, a causa dell’assonanza dei nomi, secondo Rossebastiano apparirebbe come continuazione del latino Covaceus, tra le cui varianti compare anche Covaz, dal latino cova (plurale di covum), che significa cavità, nascondiglio scavato, qui unito al suffisso aceus ed è attestato dal 1048 con la forma “Covatiae” e dal 1159 come “Covaceis”.

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