L’Ottava meraviglia è a Mompantero, presentazione dell’ultimo volume delle Edizioni del Graffiio

MOMPANTERO – Venerdì 15 dicembre nella sala consigliare di Mompantero, alle ore 20,45, verrà presentato il volume: Ottava meraviglia di Franco Borrelli e Giorgio Cattaneo Edizioni del Graffio. Il maestro Carlo Ravetto, don Gianluca Popolla e il isndaco Piara Favro dialogheranno con gli autori.

Il volume fotografico

Un viaggio alla scoperta della parte più segreta del paesaggio, quella interiore: è la bussola che orienta l’indagine fotografica di Franco Borrelli, impegnato a cogliere la “voce” più intima di un orizzonte importante, vasto e multiforme come quello della valle di Susa, il maestoso corridoio alpino su cui si spalanca, già alle porte di Torino, il respiro boreale delle montagne di frontiera. Accompagnate dalle evocazioni discorsive di Giorgio Cattaneo, in una prosa poetica dai tratti pittorici, le immagini di Borrelli – presentate in spettacolare sequenza nel nuovissimo volume “Ottava meraviglia, valle di Susa” (Edizioni del Graffio, Borgone di Susa) – regalano il piacere di riconoscere all’istante l’anima più autentica di una geografia quasi domestica e, al tempo stesso, l’emozione di scoprire accenti insospettabili, grazie alla magia di scorci sorprendenti.

Giochi di luce e arcobaleni, nevicate, boschi profondi e cascate bianche: in questo mondo favoloso, rivisitato e rivelato nella sua essenza più vera, risalta l’estrema rarefazione desertica dell’altura “scolpita” in fotogrammi memorabili, così come la maestà dell’architettura sacra in mezzo alle montagne, la “personalità” di un albero, l’esuberanza acquatica e lussureggiante dei laghi prealpini. La valle di Susa fotografata con gli occhi del cuore, dilatandone la memoria visiva lungo la linea dell’orizzonte, dove svanisce il tempo nell’estasi della luce.

Recita il testo che accompagna le immagini: “Visto da qui, dal culmine scosceso dei frangenti, dove svallano speroni di foresta e creste di granito, tra cascate, l’occidente non è altro che gradiente, verticale mareggiata di correnti”. E’ la dimensione nella quale si inoltra la fotografia di Borrelli: “Alfabeto primordiale sciorinato in gioia, in luce e vento, fino a stancare i prati di gennaio, le lame brune, i greti, i pascoli, le trame d’alberi piantati a disegnare mappe di una pace di silenzi”. Un libro che non si finisce di sfogliare, nella certezza che quei paesaggi – così svelati – raccontino qualcosa di noi, della nostra storia, del nostro inconfessabile desiderio di armonia e bellezza.