Le associazioni del lavoro credono nelle compensazioni Tav Torino-Lione per uscire dalla crisi

TORINO – Sul cantiere della TAV Torino-Lione  e le compensazioni collegate al progetto arriva un forte interessamento del modo produttivo torinese. Le associazioni datoriali delle costruzioni si sono riunite e hanno elaborato una serie di proposte concrete per salvare le 15mila imprese con 50mila occupati che operano in provincia di Torino. Questo l’obiettivo della Filiera Torinese delle Costruzioni, che unisce le associazioni torinesi. Sono Ascom, Ance, Confartigianato, Cna Costruzioni e Unione Industriale di Torino. La TAV è un punto di partenza per la ripresa. Negli ultimi mesi si è deciso di mettere a punto un progetto di intervento e di incontrare gli assessori competenti della Regione Piemonte. Si tratta di Marco Gabusi e Andrea Tronzano, il 4 settembre, per condividere una prospettiva per il settore e l’avvio del percorso individuato.

PER IL FUTURO

Le associazioni stanno lavorando per trovare un percorso condiviso di miglior utilizzo delle risorse provenienti dalle opere di compensazione della TAV. Spiegano del gruppo di lavoro. “Siamo consapevoli che solo uno sviluppo armonico e rispettoso di ambiente e tradizioni può attivare una ripresa economica solida“.  La filiera partecipa con propri rappresentanti al tavolo dell’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino-Lione. La TAV per riprendere la strada del lavoro e della crescita.  Sono numeri drammatici quelli che descrivono la crisi delle aziende della filiera dopo il Coronavirus. Dal 2008 sono stati distrutti almeno 34mila posti di lavoro diretti e indiretti e che nel quadriennio della crisi un quarto delle aziende iscritte alla Cassa Edile sono sparite. Una crisi che si sta aggravando nel corso del 2019, con la chiusura di un ulteriore 18% di aziende. In questo periodo circa il 80% dei dipendenti è rimasto in azienda, ma in cassa integrazione.

I CONTRARI

Contrari a questo tavolo di concertazione è la consigliera regionale Francesca Frediani che spiega. “Il progetto della cosiddetta Filiera delle costruzioni in Valle di Susa è l’ennesima presa in giro nei confronti di questo territorio. Non può coesistere uno “sviluppo armonico e rispettoso dell’ambiente” in presenza di un’opera impattante e devastante come il TAV. E’ evidente che si tratta di un tentativo, nemmeno troppo celato, di allungare le mani sul bottino delle compensazioni. I nobili intenti elencati negli obiettivi ben difficilmente si conciliano con gli effetti prodotti dalla grande opera inutile. I promotori del progetto, se hanno il coraggio, vadano a raccontare queste favole ai coltivatori che hanno i propri terreni nei pressi del cantiere di Chiomonte“.

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