NELLA CHIESA DI SAN ROCCO A CONDOVE SILVIO BRUNETTO
CONDOVE – Nella sua arte, sono molti quelli che Silvio Brunetto chiamava “motivi prediletti”. Tra questi, la montagna ha portato il Maestro a esplorare cime e vallate che cattura nei diversi momenti della giornata e in differenti condizioni meteorologiche; non ha fatto eccezione la Val di Susa che oggi, all’interno della Chiesa di San Rocco a Condove, ospita la mostra Luce e Colore. Omaggio a Silvio Brunetto. Un omaggio al pittore cui è dedicata questa prima retrospettiva, fortemente voluta dalla Signora Giuliana Brunetto in ricordo del percorso artistico del marito e accolta dalla Associazione Culturale Eleval – Momenti d’Arte e dal Gruppo Amici Chiesa di San Rocco con i quali l’Archivio Brunetto è entrato da subito in sinergia. La mostra espone quei soggetti in cui l’artista si è imbattuto quando era un giovane studente dell’Accademia e su cui, da adulto, è tornato, eleggendoli a “testimonianze dipinte”. Dai paesaggi innevati per i quali è abitualmente ricordato, alle principali mete dei suoi viaggi, così come i luoghi degli affetti come il Monferrato. Luce e ombra instaurano un dialogo con l’occhio del visitatore che percepisce, di ogni pennellata, le diverse sfumature di colore. I grandi spazi aperti si alternano agli scorci urbani di Torino, Venezia e Parigi. A essere sollecitato non è soltanto lo sguardo dell’osservatore ma anche il suo udito: voci e rumori travolgono i luoghi dipinti dal Maestro in cui, spesso, ci si ritrova. Altre volte, attutito da quella neve che tanto affascinava l’artista, il suono si fa silenzio, accompagnando il visitatore verso una riflessiva contemplazione della natura che lo porta a domandarsi “se davvero la neve è sempre bianca oppure risenta del variare della luce, se il sole la riscalda o se l’ombra la raffredda”.
LA STORIA
L’antica chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Maria del Prato, poi a San Pietro e infine a San Rocco, con l’annesso antico cimitero, venne costruita probabilmente verso il XII secolo in base alle strutture murarie più antiche dell’aula e del campanile dalle forme architettoniche romaniche. Le prime notizie scritte sulla sua storia risalgono invece al 1290, anno in cui la Certosa di Montebenedetto autorizza il trasporto di legname “pro ecclesia de Condovis reficienda”. La chiesa ha subito nei secoli diversi rimaneggiamenti dovuti, fra i tanti motivi, anche alle frequenti inondazioni provenienti dal vicino Rio della Rossa; è chiaramente leggibile una sopraelevazione della chiesa mentre il campanile ha il primo piano completamente sottoterra. L’orientamento dell’edificio è stato invertito prima del 1643 con l’abbattimento dell’abside originario, il tamponamento dell’arco trionfale e la realizzazione della porta di accesso. Ad ovest dove originariamente si trovava la facciata e l’ingresso è stata costruita una nuova abside poligonale e due cappelle laterali che delimitano un transetto mai esistito. Originariamente appartenente alla Chiesa di Santa Maria del prato è un pregevole dipinto del Seicento raffigurante la Vergine del Suffragio, ora conservato nella chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli. Durante i lavori di restauro, nella fase di scavo dell’abside antica, è stato ritrovato un pezzo di oreficeria, in bronzo e smalto, una Pace raffigurante la Crocifissione, ora al Museo Diocesano di Susa. Gli scavi hanno hanno messo in luce frammenti di affresco dell’arco trionfale e dell’antica abside, considerato dagli esperti forse il più antico esistente in valle.
L’AGENDA, TUTTE LE NOTIZIE! COME?
Visita il sito internet. Iscriviti alla pagina Facebook, clicca “Mi Piace” e non perderti più nemmeno una notizia! Segui L’Agenda su Instagram, Twitter e YouTube.