TORINO – Dal 27 ottobre 2021 al 7 gennaio 2022 le sale juvarriane dell’Archivio di Stato di Torino affacciate sul Teatro Regio ospitano la grande retrospettiva dedicata a Francesco Tabusso. Curata da Veronica Cavallaro e Daniela Magnetti. Promossa dall’Archivio Francesco Tabusso e dalla Direzione Artistica di Banca Patrimoni Sella & C., alla vigilia del decennale della morte dell’artista. La mostra ripercorre gli oltre sessant’anni di attività di un pittore che ha sempre esplorato strade solitarie, al di là delle mode e dei movimenti, conquistando non solo l’apprezzamento della critica. Il progetto espositivo si avvale dei nuovi studi confluiti nel Catalogo ragionato dei dipinti dell’artista. Questo è frutto della ricognizione di un ricco materiale bibliografico e documentario e presenta una selezione di circa sessanta opere provenienti da collezioni pubbliche e private.
L’ARTE
Le opere degli esordi testimoniano i primi passi mossi alla scuola di Felice Casorati, da cui Tabusso apprende non solo l’amore per il mestiere e il dialogo con i maestri antichi. Sua anche la capacità di trasfigurare il reale, proiettandolo in una dimensione incantata, fuori dal tempo. Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, Tabusso intensifica il dialogo con il linguaggio informale, sempre nel solco della figurazione e della pittura di racconto. Di questo periodo nelle ampie sale dell’Archivio di Stato, è esposta una selezione di opere giovanili di collezione pubblica, raccolte per la prima volta in un’antologica dedicata al pittore: la Festa Campestre che la Galleria Ricci Oddi di Piacenza acquistò alla Biennale di Venezia del 1954, i Boscaioli del Museo del Novecento di Milano, o ancora Il taglio del bosco opera vincitrice del Premio del Golfo ed entrata così nella collezione del CAMeC di La Spezia.
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