RIVOLI – Una breve riflessione di fine anno sulla scuola ai tempi del Coronavirus. Didattica a distanza o istruzione parentale? E’ questa la domanda che si pongono genitori, nonni dopo questi mesi di pandemia. Scrivono in una lettera le loro impressioni. “Vorrei condividere unāesperienza che so essere molto diffusa. Tra i genitori di allievi frequentanti le classi della scuola primaria. I bambini sono a casa dal 21 febbraio. Il giorno dāinizio delle vacanze di carnevale, e cioĆØ da circa tre mesi e mezzo. In cosa ĆØ consistito il loro percorso formativo in questo periodo? Nella mia esperienza, almeno fino a metĆ aprile, i docenti si sono limitati allāassegnazione di compiti da eseguire a casa. Successivamente, nellāultimo mese e mezzo, ĆØ stata erogata qualche lezione attraverso le piattaforme digitali. In media una alla settimana per docente, della durata di 60/90 minuti. Forse questa si chiama didattica a distanza ma, a mio modo di vedere, si tratta invece più precisamente di istruzione parentale. CioĆØ istruzione impartita da uno o più membri della famiglia. Quelli (spesso donne) che hanno maggiore propensione a seguire i bambini nelle loro attivitĆ ”.
APPRENDIMENTO A DISTANZA
“Certamente chi ha goduto del vantaggio di avere genitori mediamente istruiti. O ancor meglio, con una qualche esperienza in campo educativo, ha avuto lāopportunitĆ di continuare in qualche modo il proprio percorso di apprendimento. Ma anche in questa felice circostanza lāefficacia dellāinsegnamento impartito non ĆØ neppure lontanamente paragonabile a quella che i bambini avrebbero ricevuto dai loro maestri. Un docente ha unāautorevolezza in campo didattico che mai un genitore potrĆ possedere. PerchĆ© il suo ruolo nellāimmaginario del bambino ĆØ diverso. Con un genitore si può contrattare cosa fare e cosa non fare. Ci si può permettere di non prestare attenzione, si può essere approssimativi. Spesso, si possono anche fare i ācapricciā. A ciò si aggiunge, fatto ancora più rilevante. Il rapporto uno a uno con un membro della famiglia non consente lāinnesco di quel rapporto continuo di confronto e collaborazione tra pari. Costituisce il vero fondamento di ogni processo di costruzione condivisa del sapere ed ĆØ quindi la condizione imprescindibile per garantire rilevanza e permanenza allāapprendimento”.
E IL PROSSIMO ANNO?
“Il danno causato da più di tre mesi di latitanza del percorso dāistruzione. Cui si sommano altri tre di vacanze estive, ĆØ grandissimo. Si riverbererĆ i suoi effetti negativi anche su buona parte del prossimo anno scolastico. Allora mi chiedo. Ma davvero i docenti hanno assolto ai loro obblighi contrattuali con unāora di lezione settimanale? Contro le 22 cui sono tenuti? E ancora. Si rivelerĆ davvero significativo un apprendimento costruito in queste condizioni? Certo il lockdown ha lasciato tutti spiazzati e forse la scuola non ĆØ stata pronta a fornire una risposta credibile nel nuovo contesto. Eā essenziale però che il prossimo anno scolastico nasca su presupposti diversi. Con modalitĆ più rispondenti alle necessitĆ dellāinfanzia. Confido che, a breve, vengano definite strategie organizzative e procedure chiare. Per contemperare, a partire da settembre, una frequenza scolastica il più possibile regolare con misure sanitarie adeguate a fronteggiare l’evoluzione pandemica. Improvvisazioni, soluzioni tampone o interventi lasciati alla discrezionalitĆ del singolo insegnante sono tollerabili solo in una situazione di emergenza. Diversamente, il danno recato ai bambini ed alla scuola sarĆ davvero incalcolabile“.
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