La presenza del lupo sulla collina di Torino non è più una novità

TORINO – La presenza del lupo sulla collina di Torino non è più una novità. I risultati delle analisi sugli animali predati all’isolone di Bertolla. A informare è l’ufficio stampa della Città Metropolitana di Torino. La presenza del lupo sulla collina di Torino non è più una novità. E non stupisce quindi che un esemplare sia arrivato all’Isolone di Bertolla, scendendo dai boschi di Superga fino al Po. Gli esiti degli esami del DNA a cui sono state sottoposte le carcasse di tre pecore predate nella notte tra il 17 e il 18 maggio scorsi sull’Isolone di Bertolla a Torino hanno confermato che la predazione è attribuibile al lupo. Le pecore erano state uccise ma non consumate dal predatore. Sul posto erano intervenuti i guardaparco del Parco fluviale del Po della pianura torinese e i veterinari dell’Asl competente per territorio. I quali avevano effettuato diversi tamponi per recuperare il DNA del predatore sulle carcasse delle pecore.

GLI EPISODI

Nella notte fra il 18 e il 19 maggio si era verificata una seconda predazione con altre tre pecore uccise, anche in questo caso non consumate. La mattina del 19 maggio un tecnico faunistico della Città Metropolitana di Torino aveva compiuto un sopralluogo insieme ai guardaparco e ai veterinari dell’Asl, per effettuare ulteriori tamponi. Erano anche state posizionate due fototrappole. Di cui una nella notte successiva aveva ripreso un canide molto simile ad un lupo, anche se l’immagine non era del tutto nitida.

IL COMMENTO

Come spiega Barbara Azzarà, consigliera metropolitana delegata all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora. “Nessun cittadino ha corso rischi, perché l’Isolone di Bertolla è chiuso al pubblico e dato in concessione ad un allevatore che vi tiene allo stato brado diversi animali. Da tempo i guardaparco del parco del Po piemontese effettuano videoriprese di cinghiali, volpi, faine, ricci, per non parlare dei numerosissimi uccelli, prova della qualità ambientale dell’isola“.

L’INTERVENTO

Il personale di Città metropolitana di Torino, quello del Parco fluviale del Po della pianura torinese e dell’Asl Città di Torino sono prontamente intervenuti per verificare il danno. Inoltre supportare l’allevatore nell’individuazione della migliore strategia da attuare per difendere il bestiame. Si tratta dell’attività delle squadre WPIU-Wolf Prevention Intervention Unit, previste dal progetto Life WolfAlps EU. Uno strumento pensato appositamente per supportare gli allevatori e rendere meno problematica la convivenza con il predatore. Le squadre WPIU sono presenti su tutto il Piemonte e nel territorio della Città Metropolitana di Torino sono stati costituiti tre gruppi. Sono formati da personale di vari Enti appositamente formato per intervenire su casi come quello dell’Isolone Bertolla. Partecipano all’attività, oltre alla Città Metropolitana di Torino, i Carabinieri Forestali e gli Enti di gestione delle Aree protette presenti sul territorio. Al pastore proprietario delle pecore è stato consigliato di tenere gli animali in una zona chiusa già presente, circondata da un muretto di calcestruzzo sovrastato da una recinzione.

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