La Grigio Alpina è nelle stalle in inverno, ma sale ai pascoli d’alta quota in estate

Grigio Alpina Blu Edizioni

Storia e consistenza. La Grigio Alpina (Grauvieh) appartiene al gruppo delle razze «grigie» autoctone dell’arco alpino. La sua presenza sulle Alpi è documentata sin dall’Ottocento. Dei tre gruppi etnici diffusi sulle Alpi orientali italiane (Grigia di Val d’Adige, Grigio Alpina e Bigia Alpina), il primo si è estinto intorno alla metà del secolo scorso. Gli altri due si sono fusi nella razza oggi denominata ufficialmente Grigio Alpina. L’attuale areale di diffusione interessa soprattutto le province di Bolzano, Trento e Belluno. Alcuni allevamenti si trovano anche nelle vallate alpine delle province di Vicenza, Treviso, Udine, Como e Torino. La razza è dotata di proprio Libro Genealogico, gestito dall’Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Grigio Alpina. Nel 2014 erano registrati 15.800 capi, suddivisi in 1600 allevamenti. La Grigio Alpina è oggi considerata in pericolo di estinzione.

CARATTERISTICHE

Gli animali di questa razza sono di taglia media (alti 130 cm al garrese, con peso vivo di 600-950 kg). Hanno caratteristiche morfo-funzionali che si adattano perfettamente alle condizioni di allevamento su pascoli anche impervi e coperti da foraggi grossolani (rusticità, frugalità, longevità, facilità al parto, buona mungibilità, arti robusti e unghioni forti). La Grigio Alpina si riconosce per il colore del mantello, grigio argenteo nelle femmine e grigio scuro nei maschi, con sfumature più scure sulla testa, sul collo, sulle spalle, sui fianchi e sulle cosce. Sono neri il musello (circondato da un alone bianco), le mucose e il fiocco della coda. La testa è provvista di corna, chiare alla base e scure all’apice, sottili e mediamente lunghe, dirette all’esterno, in alto e in avanti.

ATTITUDINI, PRODUZIONI

In passato razza a triplice attitudine (latte, carne e lavoro), la Grigio Alpina è oggi allevata per la produzione di latte e carne. Il primo (circa 50 quintali per lattazione, con tenore medio di grasso e proteine rispettivamente del 3,7% e 3,4%) è venduto come latte alimentare. O, nel periodo estivo di alpeggio, trasformato in formaggi a stagionatura variabile tra 2 e 12 mesi. La carne, di ottima qualità (tenera, gustosa, con fine marezzatura), è prodotta tutto l’anno. Si ottiene da vacche a fine carriera e soprattutto da vitelloni medio-pesanti che presentano accrescimenti di 1,2 kg al giorno e rese alla macellazione del 58%. Prodotti tipici sono il Magro di Bellagio (formaggio lombardo prodotto in prevalenza con il latte di Grigio Alpina) e il Kaminwurtz (salamino affumicato prodotto con carne di manzo e speck di maiale). Il sistema di allevamento è quello tipico delle razze bovine autoctone dell’arco alpino, che prevede la permanenza nelle stalle d’inverno e la salita ai pascoli d’alta quota in estate.

PARTICOLARITÀ

La produzione quanti-qualitativa di latte è ottima in rapporto alle condizioni di allevamento. La razza è ideale per una zootecnia di montagna economicamente sostenibile. È una delle undici che aderiscono alla FERBA (Federazione Europea delle Razze Bovine del sistema Alpino) ed è un presidio Slow Food.

Tratto dal libro “Gli animali domestici delle Alpi“, di Riccardo Fortina, Paolo Cornale, Manuela Renna e Luca Battaglini. Blu Edizioni, Torino.