In Valsusa il killer degli alberi, il Tarlo Asiatico, farà abbattere 15 specie di piante

Vaie, la trappole per il Tarlo Asiatico

VAIE – Mentre dopo giorni di attesa ai vaiesi è stata consegnata una lettera ufficiale del Comune e della Regione Piemonte, e sul sito dell’Ente è stato pubblicata la relazione sull’intervento sul Tarlo Asiatico a Vaie, il Settore Fitosanitario ritiene utile precisare alcune notizie sui futuri interventi.

Dalla Regione specificano sulla zona d’intervento e quella di quarantena

I comuni vicini a Vaie (Borgone, Condove, Sant’Antonino e Chiusa San Michele Nrd) non sono messi in quarantena ma sono solo oggetto di monitoraggi. Il taglio non è relativo alla vegetazione ma riguarda le specie elencate: aceri, betulle, carpini, Cercidiphyllum, faggi, frassini, ippocastani, Koelreuteria, noccioli, olmi, ontani, pioppi, platani, salici e tigli.  Nella Determina Dirigenziale non è  scritto che nella zona cuscinetto  è vietato spostare il legname e i residui di potatura, e neanche che tale prescrizione sarà attiva per quattro anni. Nella zona cuscinetto saranno invece effettuati i monitoraggi per quattro anni; le uniche prescrizioni relative a questa fascia interessano le aziende vivaistichescrivono in una nota dalla Regione.

Migliaia di piante abbattute in tutta Italia

Sugli alberi, a Vaie, intanto sono state sistemate le trappole per la cattura dei tarli. Arrivato in Italia nel 2001 con i bonsai provenienti dall’Asia, questo tarlo lungo in tutto tre centimetri, e quindi ben visibile da adulto, si è diffuso negli Stati Uniti e in Europa: in Italia in Lombardia, in Veneto in provincia di Treviso e nel Lazio. Indagando le altre “invasioni” del tarlo in Italia si scopre, ad esempio, nella periferia est di Milano, parliamo del 2001, per arginare il anoplophora chinensis (tarlo asiatico) furono abbattute 100 piante mentre nel vicino Parco delle Cave più di mille in quattro anni e così in altre zone della Lombardia.