Susa: concerto in memoria di don Giampiero Piardi

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SUSA – Si svolgerà un concerto in ricordo di don Gianpiero Piardi presso la Chiesa Parrocchiale di Sant’Evasio domenica 19 gennaio ore 15,30. Ad organizzare è il Gruppo Vocale e Strumentale Sant’Evasio.  Tutti in Valsusa ricordano il Don. Con il suo carattere che interpretava e traduceva il modo di vivere di la nostra gente. Era un uomo apprezzato da tutti, con il suo modo chiaro di raccontarsi che ha saputo far commuovere. Fu un uomo molto colto, studiò in Seminario di Susa e completò i suoi studi al Seminario di Torino.  Amava la novità e in essa ci trovava la pura bellezza. Diventò sacerdote nel 1969. Piombò con spirito audace nella parrocchia di San’Antonino, come vice parroco e spalla robustissima di Don Cantore.  Fin da subito fu appoggiato nei suoi progetti e convinse tutti con i suoi pensieri “rivoluzionari“. In questo periodo emerse anche il suo periodo per la scrittura. Emerse particolarmente con la pubblicazione sul  Rocciamelone”.  Nel 1987 per iniziativa sua e della redazione Valsusa nasce quel prestigiosa “Raccontasusa”, esistente e apprezzato ancora oggi.

UNA TESTIMONIANZA

Ricorda un amica di don Gianpiero Piardi. “Giampy, un nome, un volto, un sorriso. Un compagno di vita, di chiacchiere, di storie e di indimenticabili emozioni. L’avevo incontrato per caso, in uno dei tanti vicoli della nostra piccola Susa. Mi ricordo che passeggiavo soprappensiero quando incontrai il suo sguardo. Con una naturale timidezza mi chiese cosa nel pensassi del libro che stavo reggendo.  Gli risposi frettolosamente, ma lui continuò incuriosito ad interrogarmi per un po’. Mi colpirono fin da subito la sua trasparenza e la sua semplicità. Ci volle poco tempo per appassionarmi alle sue idee e al suo modo atipico di pensare, anche le più semplici cose. Non mi disse che il libro di cui parlavamo era proprio un suo capolavoro, me lo lasciò la scoprire da me poche ore dopo. Non era un uomo a cui piaceva vantarsi.

La nostra amicizia era iniziata da un dibattito su quel suo libro che tanto mi aveva affascinato e che ancora oggi tengo con cura. Un riguardo un po’ speciale, esattamente quello che mi ha insegnato ad avere lui per ogni piccolezza che ho. È stato il mio maestro di vita senza neanche rendersene conto. A volte guardando fuori dalla finestra mi ripeto nella mente la sua voce.  Incredibile come sapesse sempre cosa dire. Ricco di innovazioni e di spirito combattente.  Quando affrontava un problema lo paragonava alle rose, ai petali e alle spine. Diceva che annaffiando il fiore con più acqua dell’immaginabile sarebbero fiorite anche le spine. Era un modo come un altro per imparare a non mollare mai, e a non credere nell’impossibilità di ciò per cui si lotta.  Non sono mai stato amante dei fiori, ma quasi tutti i giorni vado a posargli una rosa di plastica senza spine, vicino a dove riposa la sua nobile anima.  Vorrei che tutti sapessero che è riuscito a far fiorire tutte le sue spine“.

piardi

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