Il tasso ha un’attività spiccatamente notturna, favorita da ottimi olfatto e udito

Il tasso. I mammiferi delle Alpi, Blu edizioni

Inconfondibile per la caratteristica mascherina e il corpo massiccio e largo poggiante su corte zampe, il tasso ha un’attività spiccatamente notturna, favorita da ottimi olfatto e udito. Le zampe e il sottogola sono nerastre, mentre la parte ventrale è bruna. Le cinque dita di ogni zampa terminano con forti unghioni adatti allo scavo. Attività che costituisce un importante indicatore della presenza di questa specie. Le femmine, al di là delle dimensioni e del peso leggermente inferiori, non presentano differenze evidenti rispetto ai maschi. Il tasso predilige habitat a struttura varia, ricchi di ambienti di margine. Caratterizzati da un mosaico di boschi e spazi aperti, compresi incolti e coltivi. Più diffuso nella porzione inferiore del piano montano, è però segnalato almeno fino a 2400 metri. Considerato onnivoro per la sua capacità di utilizzare un ampio spettro di alimenti vegetali e animali, il tasso presenta specializzazioni differenti per ambiti geografici, legate alla disponibilità degli alimenti. Molto appetiti sono frutta come mele, more e castagne, bacche di ginepro e faggiole, cereali, insetti, lombrichi, anfibi, rettili e piccoli roditori. Non è in grado di cacciare attivamente vertebrati di dimensioni maggiori, che in genere entrano a far parte della dieta solo se trovati morti.

LE TANE

Nella stagione invernale non cade in un vero e proprio letargo, ma presenta un ritmo di attività in superficie molto ridotto. Ogni clan di tassi, composto da un numero variabile di individui (fino a 9 adulti, anche se esistono casi di tassi che vivono solitari o in coppia) occupa un elaborato sistema di tane. Questo è costituito da aperture, tunnel e camere sotterranee che possono raggiungere volumi interni di 25 metri cubi e svilupparsi per 750 metri quadri. Le camere, tappezzate da una lettiera di materiale vegetale, vengono utilizzate come rifugio, per il riposo e per l’allevamento dei piccoli. In genere la stessa camera non viene occupata per più di 2-3 giorni di seguito, probabilmente allo scopo di limitare lo sviluppo di parassiti. Alla tana principale possono essere collegate tane secondarie, con 1-2 entrate, utilizzate più di rado. Talvolta vengono scavati sistemi di tane sussidiari non collegati ai principali e utilizzati in modo discontinuo. Altri animali come volpi o lepri possono usare contemporaneamente le tane del tasso. In ambiente alpino le tane vengono preferibilmente ricavate in corrispondenza di pendii boscati che garantiscano una certa facilità di scavo, con entrate collocate sotto ceppaie e radici. Non è infrequente trovare sistemi di tane lungo le rive dei torrenti o adiacenti a massicciate ferroviarie. I piccoli, che nascono intorno al mese di febbraio a seguito di un annidamento ritardato dell’embrione, emergono in superficie solo dopo 2 mesi. In genere il tasso evita le zone in cui è forte il disturbo antropico, anche se l’attraversamento di strade determina la possibilità di incidenti che costituiscono una delle principali cause di morte per la specie.

Tratto dal libro “I mammiferi delle Alpi“, di Laura Canalis. Blu Edizioni, Torino.