Il Rocciamelone: da lassù un dito puntato verso il cielo

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ROCCIAMELONE – Il Rocciamelone: da lassù un dito puntato verso il cielo.

IL ROCCIAMELONE, TRA STORIA E ALPINISMO

Ecco il Rocciamelone, lassù a 3538. Poi il Santuario più alto d’Europa intitolato a Nostra Signora del Rocciamelone. Ecco la statua in bronzo, realizzata nel 1899 grazie ad una grandiosa sottoscrizione di 130 mila bambini di tutta Italia. La statua, portata in vetta a spalle dagli alpini del battaglione Susa, è alta 3 metri. In vetta il Rifugio con 15 posti per le emergenze. A fianco il busto, realizzato dallo scultore Cesare Biscarra, che raffigura il re Vittorio Emanuele II che era salito in vetta nel 1838.

LA SUA STORIA

Nel medioevo il Rocciamelone era considerato la più alta cima delle Alpi. Questa convinzione, che oggi sappiamo errata, era supportata da diversi fattori. La montagna incombe su Susa con un balzo che supera i tremila metri. Inoltre era ben visibile per la sua caratteristica forma conica dalla frequentatissima Via Francigena che portava oltralpe attraverso il Moncenisio, palesandosi anche al viaggiatore più distratto in un periodo in cui vaste zone alpine erano pressoché inesplorate.

LA PRIMA SALITA IN VETTA

Nel medioevo ci furono diversi tentativi di salita alla vetta, compreso uno da parte dei monaci dell’Abbazia di Novalesa che vengono respinti da vento e grandine. La prima salita documentata risale al 1º settembre del 1358. È il 1358 probabilmente un primato nell’arco alpino. Il crociato Bonifacio Rotario catturato dai turchi si affida alla Madonna promettendo, qualora fosse tornato in patria, di dedicarle un simulacro sulla vetta della prima montagna che avesse visto tornato sul suolo natio. Assistito da alcuni portatori, raggiunse effettivamente la vetta portando con sè come ex voto un pregevole trittico in bronzo.

LA VIA NORMALE

La salita si effettua partendo poco sotto il rifugio “La Riposa” a 2.050 metri circa, dove si può lasciare la macchina. A vista si procede verso il Rifugio Cà d’Asti, a quota 2854 metri, su ampi pendii erbosi. Dal rifugio si sale seguendo la segnaletica bianco-rossa su pietraie stabili se asciutte e con una serie di tornanti si arriva alla Croce di Ferro a 3306 metri. Inizia qui la parte dove bisogna prestare attenzione perché il percorso è facile ma esposto; per questo motivo, il sentiero è stato attrezzato con corde fisse fino al santuario e quindi alla vetta. In assenza di neve o ghiaccio, la salita non comporta alcuna difficoltà tecnica. Si svolge però in alta quota, quindi occorre essere protetti da un abbigliamento adatto.