Il Messner medioevale del Rocciamelone, chi era davvero Bonifacio Roero che raggiunse la vetta nel 1358

MOMPANTERO – Era il 1358 e il Monte Rocciamelone era creduto tra le montagne più alte d’Italia. Fu la prima che vide Bonifacio Roero, o Rotario, tornando in Patria dopo le Crociate. Bonifacio, catturato dai Turchi durante le crociate, si affidò alla Madonna, promettendo, qualora fosse tornato in patria, di dedicarle un simulacro sulla vetta della prima montagna che avesse visto. Arrivato in Valsusa, assistito da alcuni portatori, raggiunse nel 1358 la vetta più alta, il Rocciamelone. A 3538 metri portando con sé un trittico bronzeo probabilmente fiammingo. Questo dal XVII secolo venne poi custodito in cattedrale a Susa. Si tratta di una delle più antiche ascese documentate sulle Alpi.

 

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LA FAMIGLIA

I Roero, Rotari, Roverio o Roure furono una delle maggiori famiglie della nobiltà astigiana appartenenti alle casate astigiane. La famiglia non schierata con gruppi guelfi o ghibellini con l’aumento dei propri profitti ottenuti dal commercio e dal prestito di denaro su pegno, aumentò in modo esponenziale il peso politico sulla città ricoprendo cariche sia nell’ambito locale che nazionale. Le molte linee famigliari più di venti nel XVI secolo con acquisti ed infeudazioni occuparono l’area situata nella parte nord-orientale della provincia di Cuneo denominata ancora oggi Roero.

NEL SEICENTO

Nel periodo moderno la famiglia conservò il proprio potere cittadino espandendosi anche in Europa. Tra il 1580 ed il 1630 Carlo Emanuele I di Savoia dei 204 governatori e comandanti nominati ben 8 furono Roero benché la famiglia in passato fosse stata filofrancese. Tra i personaggi più importanti si può ricordare Francesco Roero di Sciolze, governatore di Torino dal 1585 al 1590 e dal 1593 al 1600. Opicino Roero di Canale, luogotenente (1601) ed in seguito comandante della cittadella di Torino (1615). Ercole Tommaso Roero di Cortanze, dopo aver combattuto nelle Fiandre, venne nominato nel 1600 governatore di Cuneo e nel 1602 di Nizza; nel 1607 divenne veedore generale e nel 1614 sovraintendente generale delle milizie. Tomaso Ercole Roero di Cortanze fu Ambasciatore speciale piemontese alla Corte di Vienna nel 1708, e poi Ambasciatore in Inghilterra dal 1719 al 1725. Ricoprì l’incarico di Viceré di Sardegna tra il 1727 e il 1731.

Vittorio Emanuele I

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