Secondo lāultima rilevazione del Ministero dello Sviluppo economico il prezzo medio della benzina continua a salire. Si tratta di una notevole crescita in piĆ¹ rispetto alla precedente rilevazione. Questo aumento ĆØ frutto di tre fattori: lāincremento del prezzo del petrolio, lāeffetto del cambio tra euro e dollaro e la combinazione dellāaccisa sul carburante e dellāIva.
I dei prezzi sono sul sito: prezzibenzina.it
I primi due sono influenzati dal conflitto in Ucraina. Il terzo ĆØ lāunico aspetto su cui il governo puĆ² ed ĆØ stato chiamato ad intervenire. Le accise sono imposte sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo. Come ricordaĀ in passato i governi ne hanno fatto ampio uso per fare cassa, fronteggiare guerre e varie emergenze. Per esempio, negli anni Trenta il prezzo della benzina crebbe per finanziare le spese belliche in Etiopia ma giĆ quattro mesi dopo la fine del conflitto, la tassa sulla vendita della benzina venne rivista al ribasso.
LE ACCISE
Ć vero, noi consumatori del 2022 paghiamo ancora oggi a un Fisco patafisico la guerra dāAbissinia, ma prima di tutto viene il rigore dei dati numerici. In termini percentuali, la penalizzazione del Fisco sui carburanti ĆØ il 55% del costo finale della benzina e il 51% del prezzo totale del gasolio. Nel Paese con il fisco piĆ¹ fantasioso e affamato del mondo le tasse sui carburanti sono state lo strumento piĆ¹ ricorrente per fare fronte a situazioni di emergenza. I decreti di rincaro fiscale non hanno mai espresso in modo chiaro i motivi e la durata delle nuove accise cosƬ, a emergenza finita, i Governi con elegante distrazione si sono sempre scordati di togliere la tassa di scopo. A parole erano Ā«una tantumĀ», nei fatti restavano Ā«una semperĀ». La terribile guerra in Bosnia (23,11 lire al litro) fu lāunico caso trasparente di finalitĆ con data di scadenza (fino al 31 dicembre 1996), perĆ² pochi giorni prima della scadenza, la solita elegante distrazione rese stabile per sempre il rincaro fiscale.
SUEZ E TERREMOTI
Oltre alla guerra dāAbissinia, le accise furono aumentate per pagare i danni e le ricostruzioni delle grandi tragedie del Vaiont (10 lire, ottobre ā63) e dellāIrpinia (ā80 con 75 lire di aumento) e gli interventi umanitari in Libano (205 lire nel 1983, divise in due comode rate). E poi altre 14 lire per affrontare la crisi internazionale del canale di Suez del 1956; altre 9,6 lire (Ige esclusa) per i danni dellāalluvione di Venezia e Firenze del 4 novembre 1966; ancora 10,07 lire per il terremoto del Belice del ā68; altre 99,8 lire per il terremoto del Friuli del maggio ā76. E a ogni rifornimento insieme con lāautomobile camminano i fantasmi della marcia senza tempo del Regio Esercito verso Addis Abeba.
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