I prezzi della benzina e del diesel oggi 12 marzo. Dove conviene fare il pieno?

Secondo l’ultima rilevazione del Ministero dello Sviluppo economico il prezzo medio della benzina continua a salire. Si tratta di una notevole crescita in più rispetto alla precedente rilevazione. Questo aumento è frutto di tre fattori: l’incremento del prezzo del petrolio, l’effetto del cambio tra euro e dollaro e la combinazione dell’accisa sul carburante e dell’Iva.

I dei prezzi sono sul sito: prezzibenzina.it

I primi due sono influenzati dal conflitto in Ucraina. Il terzo è l’unico aspetto su cui il governo può ed è stato chiamato ad intervenire. Le accise sono imposte sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo. Come ricorda  in passato i governi ne hanno fatto ampio uso per fare cassa, fronteggiare guerre e varie emergenze. Per esempio, negli anni Trenta il prezzo della benzina crebbe per finanziare le spese belliche in Etiopia ma già quattro mesi dopo la fine del conflitto, la tassa sulla vendita della benzina venne rivista al ribasso.

LE ACCISE

È vero, noi consumatori del 2022 paghiamo ancora oggi a un Fisco patafisico la guerra d’Abissinia, ma prima di tutto viene il rigore dei dati numerici. In termini percentuali, la penalizzazione del Fisco sui carburanti è il 55% del costo finale della benzina e il 51% del prezzo totale del gasolio. Nel Paese con il fisco più fantasioso e affamato del mondo le tasse sui carburanti sono state lo strumento più ricorrente per fare fronte a situazioni di emergenza. I decreti di rincaro fiscale non hanno mai espresso in modo chiaro i motivi e la durata delle nuove accise così, a emergenza finita, i Governi con elegante distrazione si sono sempre scordati di togliere la tassa di scopo. A parole erano «una tantum», nei fatti restavano «una semper». La terribile guerra in Bosnia (23,11 lire al litro) fu l’unico caso trasparente di finalità con data di scadenza (fino al 31 dicembre 1996), però pochi giorni prima della scadenza, la solita elegante distrazione rese stabile per sempre il rincaro fiscale.

SUEZ E TERREMOTI

Oltre alla guerra d’Abissinia, le accise furono aumentate per pagare i danni e le ricostruzioni delle grandi tragedie del Vaiont (10 lire, ottobre ’63) e dell’Irpinia (’80 con 75 lire di aumento) e gli interventi umanitari in Libano (205 lire nel 1983, divise in due comode rate). E poi altre 14 lire per affrontare la crisi internazionale del canale di Suez del 1956; altre 9,6 lire (Ige esclusa) per i danni dell’alluvione di Venezia e Firenze del 4 novembre 1966; ancora 10,07 lire per il terremoto del Belice del ’68; altre 99,8 lire per il terremoto del Friuli del maggio ’76. E a ogni rifornimento insieme con l’automobile camminano i fantasmi della marcia senza tempo del Regio Esercito verso Addis Abeba.

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