Giaveno, commemorazione dei partigiani della Divisione Campana

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GIAVENO – Si terrà domenica 29 ottobre la tradizionale commemorazione in ricordo dei partigiani della Divisione Campana. E’ l’Amministrazione comunale in collaborazione con l’ANPI Giaveno-Valsangone che organizza l’incontro che si terrà presso il Cimitero Monumentale di Giaveno. La biografia di Cordero. Ricorda lo scrittore Luca Scolfaro nella sua storia della Guerra Civile 1943-1945 la figura di Felice Cordero di Pamparato. Fu centrale per le vicende legate alla lotta contro i tedeschi. Nato a Torino il 3 giugno del 1919, è una delle molte figure della Resistenza piemontese tralasciate dalla storia.

Sebbene a lui sia stata intitolata la sede della Facoltà di Matematica dell’Università degli Studi di Torino, Palazzo Campana, l’origine della denominazione è stata poco conosciuta per decenni. Professando apertamente la sua lealtà alla casa reale. La sua memoria venne dimenticata piuttosto in fretta, in quanto ritenuta probabilmente poco interessante dalle forze repubblicane dell’Italia liberata.

Giaveno Partigiani Valsangone

(foto ANPI Giaveno)

FELICE CORDERO

La storia inizia al Real Collegio di Moncalieri. L’istituto nacque nel 1838 per volontà regia e l’attività venne affidata ai Padri Barnabiti, vicini alla casa reale. In questo contesto il convittore Felice Cordero, marchese di Pamparato, vive e si forma come diversi membri dell’aristocrazia piemontese. Con la prospettiva di diventare classe dirigente nel Regno d’Italia. Durante il periodo fascista, si distinse come “Principe degli Studi” nell’anno scolastico 1937-1938. Dopo il periodo trascorso a Moncalieri, perfezionò la sua formazione alla Regia Accademia di Artiglieria di Torino. Dopo esser stato destinato al IX Reggimento, nell’agosto del 1942 venne promosso ufficiale d’artiglieria con il grado di tenente.

Fu coinvolto nelle operazioni militari in Sicilia fino alla sua occupazione. Successivamente venne trasferito a La Spezia con il XVI corpo d’armata, con cui combatté sino all’armistizio dell’8 settembre del 1943. Come per molti militari, Felice Cordero si trovò di fronte alla scelta tra seguire le vicissitudini della Repubblica di Salò o la lealtà alla casa reale. Data la sua identità politica monarchica e badogliana, decise di raggiungere la sua famiglia a Coazze, proseguendo la guerra tra le file partigiane.

LA DIVISIONE CAMPANA

Nella Val Sangone operava una divisione autonoma al cui comando si trovava la figura di un militare calabrese, Giulio Nicoletta. Durante la resistenza si distinse durante una missione anche per la caparbietà e il coraggio nel recuperare delle armi abbandonate dai repubblicani nei pressi del Forte di Fenestrelle.

Dopo poco tempo, gli uomini della brigata non esitarono a sceglierlo come comandante.La banda agli ordini di Campana – questo il suo nome di battaglia – partecipò all’assalto alla polveriera di Sangano del 26 Giugno del 1944, organizzata da tutte le bande della divisione autonoma. L’operazione aveva il compito di recuperare armi, vettovagliamento e munizioni, ma dopo un inizio promettente, la situazione precipitò e un’incursione nazi-fascista costrinse le bande partigiane a ritirarsi. Nel 1944 fu arrestato o dopo diversi pestaggi e un interrogatorio durato tutto un giorno fu impiccato il 17 agosto al balcone del Caffè Centrale di Giaveno, con altri tre partigiani di nome Vigna, Contin e Baraldi.