Giandonato Matarazzo da Condove “prigioniero” in Cina per il Coronavirus

CONDOVE – A Condove arriva un messaggio chiaro dalla Cina dove Giandonato “Giando” Matarazzo lavora da anni e da dove è partito il Coronavirus. Condovese con famiglia in Valsusa, la sua vita lavorativa è divisa tra l’Italia e la Cina. Poi il blocco del Coronavirus e la sua fermata obbligatori nel paese del sol levante. “Vi porto la mia esperienza da ‘cinese’, vivendo e lavorando qui. Il governo cinese, da quando ha saputo del contagio ha attuato le misure cautelative più drastiche. Il  responsabile dell’area di Wuhan ha taciuto le informazioni ed è in prigione per questo. Qui è stata chiusa l’area ed obbligato la gente a stare in casa. Ha chiuso le fabbriche, le scuole, i servizi non necessari. Hanno bloccato tutti i flussi di rientro”.

PER SETTIMANE IN CASA

“Ricordo che è successo nel bel mezzo del capodanno cinese, la più importante festa che hanno. La gente, sto parlando di milioni di persone, in quel periodo viaggia dal Mondo alla Cina. Tutti fermi, tranne gli ospedali. Ne hanno letteralmente costruito uno con 3000 posti letto in 10 giorni. La gente, molto responsabilmente, ha seguito le regole imposte dal governo, anche forse per paura di “ritorsioni”. La sanzione per chi trasgredisce va dalla prigione alla pena di morte. È stato fatto uno sforzo enorme, io ho vissuto per due settimane barricato in casa, ordinando il cibo su internet. Cosa peraltro molto comune qui. Facendolo lasciare sull’uscio di casa per non aver contatti. È stressante, noioso, ma necessario e soprattutto efficace”.

IL BUONSENSO

“Se si riduce la possibilità di infezione il virus rallenta. Certo è un costo per tutti, è un disagio, penso alle attività commerciali, alle fabbriche, alle aziende, ai professionisti, sarà un periodo di stop per quasi tutti. I medici, gli infermieri, i Vigili del Fuoco, le Forze dell’Ordine saranno in prima linea a cercare di rendere la vita meno complicata. Bisogna fare quello che il governo, anche se a mio avviso un po’ in ritardo, ha stabilito. Certo anche alcuni cittadini fortunatamente non tutti ho visto che non hanno dato il meglio “dell’italianità”. Che molte volte positivamente ci contraddistingue. Sicuramente l’Italia non è in grado di sopportare e gestire la situazione come ha fatto la Cina. Non ne ha le risorse e le possibilità, però sono sicuro che con il buonsenso, perché di questo si parla, ce la possiamo fare“.

NESSUN RIENTRO

Intanto per Giando le possibilità di un rientro a casa sono assai limitate, avrebbe avuto un volo il 24 aprile. Tutto è stato cancellato. Intanto il rischio, in questi giorni, è più alto in Italia che in Cina. Le comunicazioni con la famiglia sono difficili ma continue, in attesa di un abbraccio a Condove quando tutta l’emergenza Coronavirus sarà finita.

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