Giaglione: il 22 gennaio gli Spadonari eseguono la “Danza delle spade”

GIAGLIONE – Quasi terminate le festivitĆ  natalizie con il nuovo anno arrivano le feste patronali invernali in Valsusa. Si tratta delle feste derivanti da antiche tradizioni celtiche, successivamente assorbite dalla religione cristiana, che celebrano la fine dell’inverno e il ritorno della primavera, molto sentite nelle nostre Valli in particolare in Valsusa.Ā Santā€™Antonio (17 gennaio), San Sebastiano (20 gennaio) e San Vincenzo (22 gennaio), come i Re Magi (6 gennaio, giorno dell’Epifania), sono tradizionalmente i “cavalieri del freddo”. Si inizia ad aspettare la primavera, e a Giaglione, il 22 gennaio, durante la festa patronale dedicata a San Vincenzo, gli Spadonari eseguono la “Danza delle spade”. Antico rituale legato alla fertilitĆ  della Terra. Sempre a Giaglione una priora porta in processione il Bran, struttura adornata di fiori di carta e nastri, simbolo dell'”Albero della vita”.

A CHIOMONTE, VENAUS E MOMPANTERO

La Puento, unā€™intelaiatura di legno alta circa tre metri e ricoperta da nastri colorati donati dalle famiglie del paese, che i priori e le priore fanno danzare per le vie di Chiomonte in occasione di San Sebastiano, che quest’anno si festeggerĆ  domenica 23 gennaio.Ā Il 1Ā° febbraio, come facevano i nostri nonni, guardando il cielo proveremo a prevedere il tempo dei successivi 40 giorni: “Se l’ours ou sĆ«cchĆ« sa palhĆ«, ou tornĆ« s’antanĆ¢ par carant joĆ»“. Se il giorno di Santā€™Orso, lā€™orso mette ad asciugare la paglia al sole, tornerĆ  a rintanarsi per quaranta giorni, cioĆØ se sarĆ  una bella giornata, il brutto tempo non sarĆ  ancora terminato.Ā A Venaus in onore dei santi patroni San Biagio (3 febbraio). A Sant’Agata (5 febbraio) ritornano a danzare le spade e a Mompantero, l’orso (l’inverno) catturato dai cacciatori, viene addomesticato con il vino, e balla con una bella ragazza (la primavera) in occasione Fora l’Ours.

A CONDOVE

Nel mese di febbraio, ai riti e credenze legati alla fine dell’inverno, vanno ad aggiungersi iĀ Carnevali tradizionali, feste comuni in tutto lā€™arco alpino e non solo, che celebrano l’arrivo della primavera e si ĆØ soliti far risalire allā€™epoca romana. In molti paesi della Valle viene ancora mantenuta viva la tradizione delĀ FalĆ² del CarnevaleĀ che viene bruciato proprio come simbolo di rinascita, secondo antiche rappresentazioni che contribuiscono alla trasmissione della tradizione culturale e linguistica. In particolare antichi riti legati al Carnevale si ritrovano nelĀ Carnevale storico del Lajetto a Condove, riproposto quest’anno il 27 febbraio con la partecipazione delle maschere tipiche delle Barbuire, e nelĀ Carnevale di Salbertrand.

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