CONDOVE – Fredo Valla presenta il suo film “Ambin – La roccia e la piuma” a Cinema in Verticale,
FREDO VALLA PRESENTA IL SUO FILM “AMBIN – LA ROCCIA E LA PIUMA” A CINEMA IN VERTICALE
La rassegna sul cinema, la cultura e gli sport di montagna prosegue A Condove insieme a Fredo Valla che presenterà il suo film documentario “Ambin – La roccia e la piuma” e condividerà con il pubblico le emozioni provate durante le riprese sul massiccio montano, da lui stesso definito “un acrocoro, un deserto d’alta quota sul confine tra Italia e Francia, un incontro e scontro di lingue”. Cinema in Verticale proseguirà il 14 a San Giorio di Susa con Alberto Bolognesi e il 21 marzo di nuovo a Condove con Andrea Lanfri che presenterà “My 7 Summit”, il progetto di scalare le vette più alte di tutti continenti nonostante i suoi handicap fisici derivanti da una meningite fulminante. Cinema in Verticale è una rassegna sul cinema, la cultura e gli sport di montagna che propone eventi in anteprima del Valsusa Filmfest, storico festival cinematografico e culturale di comunità la cui 28^ edizione si svolgerà nei mesi di marzo e aprile in diversi comuni della bassa e alta Valle di Susa.
AMBIN, LA ROCCIA E LA PIUMA
Giovedì 7 marzo 2024 alle ore 20:45, come sempre ad ingresso gratuito, la rassegna prosegue al cinema di Condove insieme a Fredo Valla che presenterà il suo film documentario “Ambin – La roccia e la piuma”. Il regista condividerà con il pubblico le emozioni provate durante le riprese sul massiccio dell’Ambin. Il film è stato prodotto da Ines Cavalcanti per Chambra d’Oc, dall’Unione Montana Alta Valle di Susa e dalla Regione Piemonte all’interno del progetto “AMB.ENIS – Interreg V-A Italia Francia ALCOTRA”, dedicato al grande massiccio montuoso che si staglia ai confini tra l’Italia e la Francia e che riunisce alle sue pendici una molteplicità di culture, tradizioni, paesi e persone molto diverse ma con radici comuni.
LA SINOSSI DEL FILM
In fondo, “Ambin” è solo una “parola” scritta sulle mappe a indicare un insieme di montagne tra l’alta val Susa, la val Cenischia e il Moncenisio, rocce, sfasci morenici, ghiacciai… Affinché Ambin possa trasformarsi da semplice parola a “nome”, serve uno sguardo capace di posarsi su quelle montagne e su quelle rocce, capace di abitarle e di provare a dare loro una forma e un tempo. Ma questo non è ancora sufficiente: serve una visione che quegli sguardi sappia cogliere e raccontare, per sottrarli all’oblio e alla loro fragile persistenza. Solo cosı̀ Ambin può risuonare dei passi dei soldati di Annibale, dei pellegrini, dei pastori, dei viandanti, ma anche del rombo di cannoni. Solo cosı̀ in quel nome si possono sentire scorrere ere che si perdono negli abissi del tempo, quando al posto delle montagne c’era un mare popolato da pesci. Oppure si possono ascoltare i pensieri fugaci di chi cammina in un mondo senza confini… Frammenti di storie che per il tempo della visione del film “si sfiorano, si incontrano, si formano e si perdono in immagini dense, reali, antiche come pietra e, nel medesimo tempo fragili, come il passo di un funambolo sospeso sul vuoto di quelle montagne.
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