CONDOVE – Il film āSiamo figli delle Officine Moncenisio di Condove, Storia e storie di una fabbrica-paese del Novecentoā sarĆ presto in visione. Racconti, documenti, testimonianze tutto nella pellicola che racconta un pezzo della storia di Condove e della Valsusa. Alberto Borgatta, una laurea in tasca, musicista, compositore, scrittore e molto latro racconta la sua esperienza nel film.Ā Che sensazione hai avuto vestendo i panni di Bauchiero? “Da condovese ĆØ stato ovviamente un grande onore vestire i panni di Fortunato Bauchiero. Un poā perchĆ© ĆØ uno di quei personaggi di cui ho sentito parlare fin da piccolo: abbiamo una foto a casa che che lo immortala insieme al nonno di mia nonna e, quando chiedevo chi fosse quel signore stretto in un abito chiaro, mi sentivo rispondere che era colui che aveva costruito mezzo paese. Poi, proprio per questo motivo, per il fatto che fu artefice della crescita di Condove, interpretare Bauchiero vuol dire provare a raccontare una fetta della nostra storia collettiva. Era giĆ stato un onore qualche anno fa, quando ne avevo indossato i panni in occasione di una passeggiata alla riscoperta dei luoghi della āMonceā organizzata dal Comune e dalla Pro Loco: chi poteva immaginare che quel pomeriggio sarebbe stato una sorta di ācastingā per un progetto affascinante come āNoi siamo i figli della Monceā?”.
UN UOMO DA AMMIRARE
Cosa ti accomuna al personaggio? “Non so se ho qualcosa in comune con lui. PiĆ¹ che altro ho trovato nella figura di Bauchiero, o perlomeno in alcuni aspetti. PerchĆ© come ognuno di noi aveva i suoi chiari e i suoi scuri. Un uomo da ammirare e un maestro dal quale imparare molto: era un uomo con le idee chiare e, ancor piĆ¹, risoluto nel cercare di realizzarle. Visto quel che ha costruito, direi che un simile atteggiamento paga”.Ā Un aspetto curioso mentre giravate il film? “Di aneddoti legati alle scene ce ne sono tanti. Per non raccontare nulla sul film, realizzando il trailer il mio principale problema nellāinterpretare Bauchiero era quello dei capelli: contavo di non tagliarmeli e usare una calotta, ma alla fine il risultato non era dei migliori. CosƬ, unāora prima di girare ho preso il rasoio e via. Non tagliavo i capelli da anni, una sensazione stranissima. Lo feci dāistinto, senza pensarci e senza dirlo a nessuno, neanche alla mia fidanzata: la sera era furiosa! E per qualche giorno, andando in giro per il paese, di primo acchito non mi ha riconosciuto nessuno”.
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