Economia: se l’azienda lascia il territorio niente finanziamenti o incentivi pubblici

TORINO – C’è un nuovo ostacolo alla delocalizzazione delle aziende dal Piemonte all’estero, si pensa all’economia e agli investimenti. Un nuovo percorso obbligato per le imprese che decidono di chiudere o delocalizzare e in caso di mancato rispetto anche di  multe. Si parla del 2% del fatturato dell’ultimo esercizio e inserimento in una black list. Essere in quest’ultima vieta per tre anni l’accesso a finanziamenti o incentivi pubblici. Lo prevede la bozza dello schema di decreto cui stanno lavorando il ministro del lavoro Andrea Orlando e il vice ministro dello sviluppo economico Alessandra Todde. La bozza, composta di cinque articoli, stabilisce obblighi di informazione preventiva e impegna l’impresa a presentare un piano di mitigazione delle ricadute occupazionali ed economiche connesse alla chiusura.

ARRIVA UN ADVISOR

Il decreto, svolta nell’economia del territorio, sarà rivolto alle situazioni aziendali che coinvolgono un numero di addetti pari o superiore a 50/150 il cui impatto occupazionale sul territorio sia considerato rilevante. Dunque con necessità di interventi di supporto. Per queste situazioni è previsto un diritto di allerta di sei mesi. Questo consentirà ai lavoratori di conoscere per tempo la decisione di chiusura dell’azienda, prima ancora dell’avvio della procedura di licenziamento. Quindi alle autorità locali di intervenire per mitigare le conseguenze sul territorio e sull’occupazione. Entro un mese da questa comunicazione, l’azienda dovrà nominare un advisor che porterà avanti le trattative con i soggetti istituzionali. Poi entro tre mesi lo stesso stenderà un piano per mitigare le ricadute occupazionali ed economiche ed eventualmente un piano di reindustrializzazione che porterà ad individuare un acquirente entro tre mesi.

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