Dal Castello di Rivoli allo studio a Johannesburg di William Kentridge

alberghina sopra

RIVOLI – Dallo studio di William Kentridge è una mostra documentaria dedicata al lavoro in studio dell’artista sudafricano e al suo archivio privato al Castello di Rivoli. Questa mostra approfondisce l’opera di William Kentridge (Johannesburg, 1955), tra gli artisti più importanti al mondo nell’ambito di un nuovo espressionismo oggi. La mostra integra le rassegne personali e pubblicazioni che il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea ha dedicato negli anni all’artista sudafricano fra cui, nel 2004, la retrospettiva William Kentridge – tour a Düsseldorf, Sydney, Montreal e Johannesburg – e William Kentridge. Respirare, in corso alla Chiesa di San Domenico, Alba e organizzata in collaborazione con la Fondazione CRC di Cuneo.

A RIVOLI

La ricerca di Kentridge ha le sue radici a Johannesburg, Sudafrica, dove l’artista è nato nel 1955 e dove continua a vivere e a creare la maggior parte delle sue opere. Nel 1976 si laurea in Politica e Studi Africani alla University of the Witwatersrand. Negli anni Novanta raggiunge il riconoscimento internazionale grazie ai suoi cortometraggi animati e ai disegni a carboncino su carta, basati sulla pratica della cancellatura, che li generano. Attivo anche nel campo del teatro, in un primo tempo come scenografo e attore e successivamente in qualità di regista, a partire dal 1992 ha collaborato con la Handspring Puppet Company creando opere multimediali in cui fa ricorso a marionette, attori e animazione.

LE OPERE

I suoi disegni, film riversati su video, sculture, installazioni e regie teatrali non delineano una costruzione di pensiero chiusa, ma un percorso inesausto in cui l’artista esplora la relazione fra desiderio, memoria e responsabilità etica e il modo in cui la coscienza si forma attraverso il mutarsi delle nostre concezioni della Storia, esperita come costruzione critica e negoziale, al contempo plurale e personale. Kentridge rielabora nelle sue opere in divenire, che mutano costantemente, le sanguinose tensioni che hanno caratterizzato gli anni dell’apartheid in Sudafrica e le contraddizioni che hanno successivamente contrassegnato il percorso di riconciliazione, così come dà voce all’ambiguità e alla complessità dei conflitti affioranti nella società contemporanea all’epoca della globalizzazione digitale.

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