Da Rivoli Experience il grido dall’allarme sulla crisi del commercio di prossimità

RIVOLI – Parte da Rivoli Experience una lettera dell’associazione dei commercianti del Centro Storico. Pur consapevoli della difficoltà nel prendere decisioni eque e giuste al fine di superare la situazione di emergenza gli esercenti lanciano un grido d’allarme. “Stiamo vivendo a livello nazionale, portiamo alla vostra attenzione l’ennesima discriminazione avvenuta con i vari contributi ricevuti durante il precedente Lockdown, e che si ripresenta in questa nuova fase dell’emergenza. Si tratta delle molte attività, che pur avendo un codice ATECO che avrebbe permesso loro di continuare ad operare, di fatto sono dovute rimanere chiuse. Attività ubicate in zone decentrate, che normalmente lavorano con clientela proveniente da lontano, e che quindi non sarebbero potute essere raggiunte. Poi attività che per specifiche e particolari tipologie di prodotti, di non immediata necessità, non hanno aperto, non avrebbero comunque venduto nulla“.

LE ATTIVITA’

Attività ubicate in zone frequentate principalmente da uffici o industrie (chiusi nel Lockdown) , parchi giochi non raggiungibili, e altro, che quindi avrebbero aperto per nulla, non potendo essere raggiunte dai clienti. Poi attività di bar e ristorazione con abbinati ad altri servizi essenziali quali panetterie o altri beni di consumo, che di fatto sono stati aperti, soprattutto per dare un servizio principalmente ai residenti vicini, ma hanno visto un calo drastico degli incassi, dovuti appunto alla mancanza di affluenza dei consumatori. Quindi attività che per motivi di salute, famigliari o altro, non hanno di fatto potuto aprire, pur avendo i codici ATECO che glielo avrebbero permesso.

LA CHIUSURA

Facciamo inoltre presente che, a causa dell’improvvisa chiusura, e conseguente azzeramento delle entrate, molti esercenti non hanno potuto, e non potranno ancora per parecchio tempo, far fronte alle scadenze programmate, molte delle quali, se insolute, fanno sì che si venga inseriti nell’elenco dei ‘cattivi pagatori’, con gravi conseguenze, che possono portare anche alla chiusura dell’attività. Rate di alcuni tipi di finanziamento o leasing, RID vari, rateizzazioni Equitalia, Pace Fiscale, scadenza pagamenti delle Carte di Credito e titoli vari, emessi precedentemente al Lockdown le cui scadenze non possono essere rispettate causa azzeramento degli incassi“.

LE RICHIESTE

Da Rivoli Experience. “Chiediamo pertanto una revisione della distribuzione dei contributi passati e futuri, aggiungendo agli aventi diritto le attività che hanno avuto un calo di fatturato durante i mesi di chiusura, chiaramente dimostrabile dalla dichiarazione dei corrispettivi. Una reale sospensione con la possibilità di rateizzazione nel 2021-2022 e oltre, dei contributi (INPS) e imposte (IRPEF), nonché tutte le altre tassazioni locali, le rateizzazioni già concordate (pace fiscale, cartelle dilazionate e quant’altro), e ogni altro tipo di scadenza fiscale, non solo alle attività chiuse, ma anche a quelle che di conseguenza hanno avuto perdite di fatturato. Un giusto e doveroso ricalcolo di tutti gli acconti di imposte varie che a breve dovranno essere versati, e che sono preventivati per anni futuri, ma sui parametri del 2019“.

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Di Lorella Sayn. scriviti alla nostra pagina Facebook L’Agenda News: clicca “Mi Piace” e gestisci impostazioni e notifiche in modo da non perderti più nemmeno una notizia!

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