Da Api Sanità Torino alla Regione la richiesta di intervento contro il caro energia nelle RSA

Bolletta elettrica

TORINO – Da Api Sanità Torino alla Regione la richiesta di intervento contro il caro energia nelle RSA.

DA API SANITÀ ALLA REGIONE SUL CARO BOLLETTE NELLE RSA

Come noto dopo moltissimi anni è stato riconosciuto un piccolo incremento del piano tariffario regionale risalente al 2013, incremento che, come a tutti noto, è solo a minima e parziale copertura dei maggiori costi sostenuti dalle RSA negli anni passati e, assai più, con l’emergenza pandemica da coronavirus. È altrettanto noto che in tale difficoltoso contesto si è insinuato un ulteriore grave problema che questa volta ha toccato veramente tutti, dall’industria, al commercio passando per il terziario e financo le famiglie, e che riguarda l’impennata dei costi dell’energia.

LE MAGGIORI SPESE

Va tuttavia tenuto in conto che diversi settori economici hanno la possibilità di “scaricare” in tutto o in parte sul consumatore i maggiori costi per l’energia, innanzando i prezzi dei servizi o dei prodotti venduti. Tutti noi abbiamo potuto sperimentare in questa estate le maggiorazioni dei costi dei servizi alberghieri e nella ristorazione, ma citiamo un solo significativo esempio che ha pervaso ogni trasmissione televisiva e giornale, con le pizze rincarate di 1-2 euro (che tuttavia tradotto in percentuale significa +15-20%) con tanto di bolletta esposta in vetrina a testimonianza di rincari indipendenti dalla volontà dei gestori di tali esercizi commerciali.

michele colaci

I PREZZI

Scrive Colaci. “Chi non può innalzare i prezzi e i costi sono i comparti della sanità e socio-sanitario, che per la natura delle attività svolte subisce tali rincari senza poterne ridurre neppure in parte l’impatto, il che determinerà a breve numerosi casi di default. Va peraltro rammentato che tutti i suggerimenti sul contenimento dei costi energetici nulla valgono nel comparto sociosanitario, non essendo possibile ridurre il riscaldamento (per orario o per temperatura) o il consumo di acqua calda nelle RSA. Sono infatti molti i servizi giornalistici di questi ultimi giorni che raccolgono i disperati appelli di aiuto da parte di importanti ospedali, strutture sanitarie e socio-sanitarie, come appunto le RSA, accomunati da questo enorme problema, purtroppo l’ennesimo per le RSA.

La lunga doverosa premessa ci porta ad un unico e definitivo ragionamento: il comparto sanitario (quindi ospedali, etc.) e quello socio-sanitario (RSA) devono essere supportati in modo specifico sui maggiori costi dell’energia che, come spiegato, non possono essere in alcun modo attenuati o scaricati sulla propria utenza, cosa peraltro giusta viste le tipologie di attività e di utenza composta da anziani, da fragili e da persone bisognose di cure. Per le RSA tale ragionamento vale assai di più perché da sole hanno dovuto fare fronte ai maggiori costi dovuti all’emergenza pandemica da coronavirus e perché l’incremento tariffario che nei prossimi giorni sarà finalmente varato è -come detto- minimo e parziale rispetto ai reali maggiori costi sostenuti in questi lunghi anni e assai di più dal 2020 con la pandemia da coronavirus”.

Conclude Michele Colaci. “Chiediamo all’amministrazione regionale un provvedimento rapido e proporzionato alle dimensioni dei maggiori costi registrati, con un meccanismo proporzionale rispetto alle dimensioni delle RSA e con adeguato stanziamento che copra almeno la metà dei rincari nei costi dell’energia rispetto allo stesso periodo dell’anno 2021. Va in ultimo sottolineato che gli stratosferici costi dell’energia di questo periodo sono sicuramente ingiustificati ed eccezionali, ma nessuno si può illudere di un ritorno ai costi precrisi“.

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