Cose buone, l’anima e il gusto del vino e del formaggio fin dalla terra: il terroir

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CAREMA ā€“ Cose buone.Ā Il terroir ĆØ un concetto un po’ astratto per chi non ha dimestichezza con il vino. Al primo impatto potrebbe sembrare semplice tradurre il termine francese, basta trovare la similitudine con la parola italiana e il gioco ĆØ fatto. E invece non ĆØ cosƬ, in quanto anche nella lingua francese il termine terroir non ha il significato che tutti immaginiamo possa avere. ƈ allora necessario un approfondimento sul significato del termine, ma non in modo superficiale poichĆ© ne sminuiremo il valore, ma approfondito in modo da poter cercare di capireanche il contesto in cui questa parola ĆØ usata. Innanzitutto non si puĆ² tradurre letteralmente perchĆ© terroir non significa terreno, quindi eliminiamo da subito la semplicitĆ  della traduzione e ci dirigiamo verso un concetto piĆ¹ ampio.

UN BUON VINO

ā€œUn buon vino si comincia a fare dalla vignaā€ cosƬ hanno sempre detto gli addetti ai lavori e io, avendoci anche lavorato, posso confermare che ĆØ cosƬ. Per cui per spiegare il concetto di terroir comincio dal campo. Sicuramente per creare un buon vino ĆØ necessario avere il vitigno adatto, la vigna esposta in modo che possa prendere piĆ¹ luce possibile, il terreno con la giusta granulometria e un clima che sia idoneo allo sviluppo e maturazione dellā€™uva. Questo potrebbe sembrare sufficiente, ma manca qualcosa, o meglio qualcuno che ĆØ presente, a volte in disparte e che ha dato inizio a tutto. ƈ lā€™uomo che con la sua esperienza, gli errori, le prove e gli sbagli, ha accumulato conoscenza e capacitĆ  atte al miglior sviluppo delle piante per ottenere i risultati migliori in vino. La sua mano ha modellato i terreni, ha innestato, potato e piantato viti, creato negli anni le cultivar che oggi conosciamo, effettua i trattamenti antiparassitari per evitare che le piante muoiano.

IL CLIMA

Lā€™uomo conosce il clima ed in base ad esso regola i suoi lavori in vigna per farli rendere al meglio. Un buon vino ĆØ vero che parte dalla vigna ma non puĆ² iniziare senza la cultura e la sapienza dellā€™uomo. Tornando quindi al concetto di terroir, si puĆ² notare come questo debba assolutamente comprendere un insieme di fattori che poi si riscontreranno nel vino, probabilmente difficili da individuare che, con il tempo, la curiositĆ  e lā€™immancabile esperienza, si riusciranno a scoprire. Quindi terroir ha un significato molto ampio in cui ĆØ presente anche la mano dellā€™uomo. A me piace definirlo, quando lo spiego ai miei alunni, come quellā€™insieme di fattori climatici, pedologici, viticoli ed enologici di un determinato luogo armonizzati dalla sapiente mano dellā€™uomo. Lā€™essere umano mette insieme le sue conoscenze per fondere insieme e nel migliore dei modi, tutti quei fattori che concorrono alla creazione di ogni singola bottiglia di vino.

IL VINO

Ma si puĆ² sentire il terroir nel vino? Con questa domanda andiamo sul difficile, perchĆ©, anche in questo caso, ĆØ necessaria esperienza e conoscenza del vino e del territorio in cui questo viene prodotto. PerĆ² si puĆ² rispondere con certezza di sƬ, il terroir nel vino si percepisce e non solo nei grandi vini famosi in tutto il mondo, ma anche in quelle bottiglie di piccole aziende che fanno della qualitĆ  e della passione il loro principio fondamentale. A questo punto, sperando di avere fatto un po’ di chiarezza sul terroir, vorrei ampliarne il concetto. Si puĆ² parlare di terroir solo per il vino? Da un pĆ² di tempo questa domanda mi frulla in testa e dopo qualche ricerca e qualche viaggetto tra le mie amate montagne ho provato a darmi delle risposte. Esistono terroir per il caffĆØ e per il thĆØ, prodotti che conosco poco poichĆ© non ne sono un grande appassionato. Volevo perĆ² lanciare una piccola provocazione: sarebbe importante cominciare a parlare di terroir anche per i formaggi.

IL FORMAGGIO

Se provassimo ad adattare il significato di terroir al formaggio forse scopriremo delle sfumature che fino ad oggi ci sono sfuggite. ƈ ovvio che, come nel vino, da tale concetto dobbiamo lasciar fuori i formaggi prodotti dallā€™industria alimentare, non perchĆ© siano malsani o di cattivo gusto, ma perchĆ© la standardizzazione del prodotto ĆØ una loro politica aziendale che non ha nulla a che vedere con il terroir. Abbiamo detto che il terroir ĆØ il risultato dellā€™interazione tra fattori climatici, ambientali e lā€™uomo che li armonizza e anche il formaggio ĆØ prodotto nel medesimo modo. Lā€™ambiente di produzione caratterizza fortemente i prodotti caseari tanto, da indurre la legislazione nazionale ed europea a creare un marchio di qualitĆ  che fa proprio riferimento a questo aspetto, ovvero il DOP. In piĆ¹ il clima influenza le modalitĆ  di caseificazione e di stagionatura, la scelta degli animali piĆ¹ adatti e le operazioni nei campi.

ALCUNI ESEMPI

A tutto ciĆ² mette mano lā€™uomo per fondere sapientemente questi aspetti e creare il formaggio che rispecchia la cultura e la tradizione del luogo in cui esso viene prodotto. Pensiamo al terroir del Castelmagno, della Robiola di Roccaverano, della Toma del Lait Brusc, del Pecorino Sardo o del Caciocavallo Silano. Ambienti e climi diversi, e lā€™uomo che sceglie i metodi migliori per creare formaggi unici nel loro genere e soprattutto irripetibili fuori dal luogo di produzione. Allora facciamo un piccolo sforzo di immaginazione ā€œrealeā€ e cerchiamo di percepire quelle sensazioni nel vino e nel formaggio che portano alla caratterizzazione del prodotto stesso e che derivano dal terroir. Ci vuole esperienza e conoscenza, proprio come nel terroir, ma una volta scoperto, non si dimenticherĆ  piĆ¹ e lo cercheremo in altri prodotti alimentari e sono sicuro che lo troveremo.

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DiĀ Marcello Striano. Iscriviti alla nostra pagina FacebookĀ Lā€™Agenda News: clicca ā€œMi Piaceā€ e gestisci impostazioni e notifiche in modo da non perderti piĆ¹ nemmeno unaĀ notizia!