Condove: un libro, un laboratorio per le scuole

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CONDOVE – Condove: un libro, un laboratorio per le scuole.

LABORATORIO DIDATTICO A CONDOVE

L’appuntamento presso la Biblioteca comunale venerdì 1° dicembre alle 20,45. In mattinata, il laboratorio didattico delle autrici con i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Nel mio cuore finì la loro storia. Scrittori, poeti e cantautori per la memoria dei Cervi” è il titolo del libro che verrà presentato venerdì 1° dicembre alle 20,45 presso la Biblioteca comunale “Margherita Hack”. Un’iniziativa nell’ambito dell’ottantesimo anniversario dell’arresto dei fratelli Cervi (25 novembre 1943) a cura della sezione ANPI “Mario Jannon” e del Museo Valsusino della Resistenza in collaborazione con l’Istituto Alcide Cervi di Gattatico. Nel corso della serata Lo storico Silvio Bertotto dialogherà con le autrici Morena Vannini e Valeria Cavallini sul tema della pubblicazione. Una raccolta di testi degli autori del Novecento – da Italo Calvino a Gianni Rodari, da Salvatore Quasimodo a Piero Calamandrei che hanno raccontato e cantato la vicenda della famiglia Cervi, integrata da approfondimenti storici, notizie biografiche e proposte di laboratori. Nella mattinata, le autrici del libro incontreranno nel Cinema comunale i ragazzi dell’Istituto Comprensivo e insieme a loro realizzeranno un laboratorio didattico sui temi della pubblicazione per esplorare un momento fondamentale della storia italiana e per mantenerne viva e presente la memoria.

LA STORIA

Significativa la prefazione della senatrice a vita Liliana Segre: «Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore. I sette Fratelli Cervi. E i genitori Alcide, Genoeffa. Una storia italiana. Una storia di Resistenza, di antifascismo, ma anche di solidarietà, di coraggio, di civiltà. La strage del 28 dicembre 1943, nella quale vennero assassinati tutti i sette fratelli ed il loro compagno Quarto Camurri, dopo che erano stati catturati ed imprigionati per la loro attività di partigiani, costituisce una delle rappresaglie più efferate perpetrate dai fascisti repubblichini. È qualcosa che ha segnato profondamente la storia di anni terribili tra 1943 e 1945, ma ha segnato anche la nostra identità nazionale, la nostra stessa coscienza. Ancora oggi se si pensa alla Resistenza, si pensa forse per prima cosa proprio ai sette fratelli Cervi. Per tutto quello che ha rappresentato la loro vicenda. Intanto una famiglia antifascista da sempre, sin dagli esordi del regime, poi la natura particolare della loro formazione ispirata tanto dal cattolicesimo popolare, quanto dal socialismo umanitario particolarmente presente nelle campagne reggiane, infine dal comunismo. Tutte cose che confluirono nella scelta decisiva di organizzare una formazione partigiana che dette filo da torcere ai nazifascisti nella zona del reggiano, Fino a che, vittime di delatori locali, i fratelli furono catturati e fucilati. Una storia che colpisce, cattura l’attenzione, fa riflettere, non si dimentica».

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