Condove, il consigliere Bruno propone una riunione per trovare soluzioni contro i furti nelle borgate

Municipio Condove

CONDOVE – Mocchie, Frassinere e la piccola Ravoire sono state la meta dei ladri che nelle scorse settimane hanno fatto man bassa di preziosi, contanti ed hanno anche rubato una vettura. Il tutto è accaduto nella notte con i derubati nel sonno. Nessuna casa di villeggiatura è stata toccata motivo che fa pensare a ladri organizzati e a conoscenza delle abitudini  degli abitanti nella frazioni di Condove. Un grido d’allarme è stato lanciato dai residenti che si sentono isolati e senza protezione.

A raccogliere il disagio dei condovesi è il consigliere Piero Bruno, da sempre attento a temi come la sicurezza e la montagna. L’idea è quella di organizzare una riunione per parlare di sicurezza magari installando delle telecamere. Spiega Bruno: “Ho intenzione di fare una riunione a Mocchie sul problema dei furti nelle nostre borgate. Durante la riunione raccoglieremo le firme per installare nei passaggi obbligatori le telecamere intelligenti“.

LA MONCENISIO

Le Officine Moncenisio, già Società Anonima Bauchiero, erano un’industria meccanica italiana, il cui stabilimento di produzione sorgeva in val di Susa. La società è nota per la costruzione di veicoli ferrotranviari ma risultò attiva in numerosi settori dell’industria manifatturiera per i trasporti. Fondata nel 1906 per iniziativa di Fortunato Bauchiero, l’azienda caratterizzò per decenni il panorama della città valususina fino al fallimento, avvenuto nel 1974. Parte degli stabilimenti furono in seguito riconvertiti alla produzione di acciai speciali. La produzione delle officine Moncenisio comprendeva veicoli ferrotranviari e componenti. Anche il settore stradale non era trascurato, con la fornitura di “carri per trasporti su strada”, e carrozzerie per autobus. Nel 1964 la Moncenisio era ormai diventata il più grande stabilimento metalmeccanico della Valle di Susa. Arrivando l’anno successivo a totalizzare mille dipendenti; il bilancio risultava ancora in perdita, ma l’azienda, in ripresa, aveva ottenuto commesse per macchinari da Romania, Polonia e Unione sovietica. In virtù delle quali venne ottenuto nel 1965 un finanziamento di 700 milioni di lire da parte dell’Istituto Mobiliare Italiano. Poi la metallurgia legata alla FIAT.

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