TORINO – Con biogas, biometano e pannelli fotovoltaici sui tetti gli allevamenti animali sono una risorsa energetica e ambientale preziosa per il Torinese.
IL BIOGAS NEGLI ALLEVAMENTI DEL TORINESE
Gli allevamenti animali del territorio metropolitano di Torino potrebbero fornire energia elettrica sufficiente a soddisfare le esigenze energetiche di oltre 100mila famiglie. Un dato che mette insieme la quota producibile da biogas e quella da pannelli fotovoltaici installati sui tetti dei fabbricati aziendali. Si tratta di ben il 4,5% del fabbisogno energetico del Torinese: tutta energia pulita in grado di migliorare la qualità dell’aria di Torino. Una prospettiva che ribalta l’immagine dell’allevamento animale e, più in generale, dell’agricoltura, come responsabile dell’inquinamento e delle sue conseguenze per la salute dei cittadini, e dell’effetto serra che genera il cambiamento climatico.
È quanto emerso nel convegno formativo, organizzato da Coldiretti Torino: “Le stalle illuminano le città. La nuova frontiera dell’energia pulita prodotta dagli allevamenti” che si è tenuto a Torino. Il convegno era patrocinato dal Disafa, il Dipartimento di scienze agricole, forestali e alimentari. Oltre all’energia elettrica è emersa la grande potenzialità per la produzione di biometano, il metano che si può produrre dagli allevamenti animali e può essere utilizzato per autotrazione, come nel caso presentato al convegno, del Gruppo Maganetti di Tirano, che per la sua flotta di tir utilizza biometano prodotto da un allevamento Torinese, la Cooperativa Speranza di Candiolo. Dalla refrigerazione del biogas viene prodotta anche Co2 inodore, autorizzata per uso alimentare (per le bollicine dell’acqua minerale). Lo stesso impianto cooperativo di Candiolo, brucia biogas e riscalda, in teleriscaldamento, l’ospedale dell’Istituto per la ricerca contro il cancro.
GLI ALLEVAMENTI IN PIEMONTE
In provincia di Torino sono presenti 3.000 aziende agricole con allevamenti bovini per un totale di 242.000 capi. Un vero patrimonio energetico. Da queste mucche sarebbe infatti possibile ricavare 66mila metri cubi di biogas che, bruciato in centrali termoelettriche annesse alle aziende agricole o in centrali consortili, potrebbe produrre 623 GWh di energia di cui 250 GWh di energia elettrica: il 2,4% del fabbisogno elettrico torinese e ben il 94% del fabbisogno agricolo. Le stesse aziende potrebbero produrre 400mila metri cubi di biometano. Al termine del processo di produzione energetica e di biometano rimane il “digestato”, concime pronto per la fertilizzazione dei campi: risorsa altrettanto preziosa in periodo storico in cui i fertilizzanti sono una materia diventata rara con il conflitto in Ucraina. A queste potenzialità ricavabili dalle deiezioni animali si sommano i 259 MW producibili utilizzando i tetti dei fabbricati ricoperti da pannelli fotovoltaici: un altro 2% del fabbisogno elettrico dei torinesi.
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