Come andrà la Borsa oggi? Dalle auto al lavoro ibrido

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MILANO – Come andrà la Borsa di oggi?

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LAVORO IBRIDO

Nel piano di revisione delle spese, il lavoro ibrido è considerato cruciale per risparmiare: l’82% dei AD ( amministratore delegato ) lo ritiene un modello molto conveniente. Per lavoro ibrido si intende una serie di modifiche allo stile attuale del lavoro, non solo come orari e mansioni, ma anche e soprattutto come spazi adibiti al lavoro stesso. Meno uffici singoli e più spazi condivisi e più piccoli, che possano prevedere una rotazione dei dipendenti tra lavoro in sede e a casa. Investimento sulle tecnologie che permettano un uso di spazi virtuali per riunioni ed altro ( metaverso ). Una recente indagine condotta negli Stati Uniti ha rilevato che l’83% dei dirigenti considera il lavoro ibrido un modo per risparmiare sui costi, mentre il 60% ha dichiarato di voler ridurre gli spazi di ufficio fino a oltre il 50%.

Per molto tempo le aziende hanno utilizzato gli uffici in modo inefficiente. In periodi di mercato favorevole si è investito molto sull’immagine più che sulla sostanza, in molti casi,  ma la diffusione del lavoro ibrido e a distanza le ha spinte a rivalutare le spese collegate, con il 74% dei ceo delle Fortune 500 che dichiara di avere intenzione di ridurre gli spazi di lavoro. L’idea di questo tipo di lavoro nasce non adesso dalla crisi economica, ma due anni fa, con l’’avvento del Covid.

I dirigenti intervistati confermano questa tendenza, con la metà (50%) delle aziende che ha già optato per locazioni a breve termine o spazi di lavoro condivisi, che offrono la flessibilità di aumentare o diminuire rapidamente il numero di postazioni di lavoro a seconda del budget, senza essere vincolati da lunghi contratti. Dalle analisi risulta che, in media, il lavoro ibrido può far risparmiare alle aziende circa 11.000 euro per dipendente, il che spiega perché due quinti (39%) degli AD stanno considerando di passare a spazi esclusivamente condivisi.

L’azienda globale di tecnologia Cisco, per esempio, ha attivato il lavoro ibrido cinque anni fa, diminuendo del 50% gli spazi e le dimensioni del suo patrimonio immobiliare e risparmiando circa 500 milioni di dollari. Ma non è solo il risparmio economico a guidare il cambiamento. Più della metà (53%) degli intervistati ritiene che anche i propri dipendenti preferiscano un modello di lavoro ibrido e l’87% concorda sul fatto che sia più conveniente in un momento in cui il costo della vita è in aumento. I dati evidenziano infatti che il lavoro ibrido può far risparmiare ai dipendenti fino a 366 euro al mese se si spostano in treno e fino a 143 euro al mese se si spostano in macchina. Insomma, l’ibrido sta entrando sempre più nelle nostre vite.

I mercati azionari potrebbero estendere le perdite all’apertura di oggi venerdì 30 settembre.

Oggi i mercati potrebbero avere della volatilità aggiuntiva data dal fatto che siamo nell’ultimo giorno del mese e del trimestre, scadenze tecniche dei vari operatori potrebbero drenare ulteriore liquidità dal mercato in maniera improvvisa. Massima allerta. Questa settimana le oscillazioni dei mercati sono state esacerbate dagli sforzi del governo britannico per rimettere in carreggiata la propria economia. Il governo britannico ha presentato alla fine della scorsa settimana un piano di tagli fiscali non finanziati, spaventando i mercati. Ieri, il premier britannico Liz Truss ha fatto «innervosire» gli investitori con i suoi primi commenti pubblici in difesa dei piani di taglio delle tasse del suo governo. Inseriamo come sempre queste valutazioni in uno scenario in cui l’inflazione la fa da padrona e le banche centrali pur di contrastarla stanno mandando le varie economie in recessione. Ieri la Germania ha dichiarato di essere sul punto di ingresso di una recessione.

Il dollaro si è stabilizzato nella sessione asiatica. Lo scenario è praticamente invariato ed andrà avanti ancora a lungo: non ci sono i presupposti per una inversione del trend, ed ogni ritraccio o pausa sono occasioni ghiotte per gli speculatori. I Treasury sono saliti nella sessione asiatica dopo che il rapporto sull’inflazione tedesca di ieri ha aumentato le preoccupazioni sul persistente aumento dei prezzi e di conseguenza sulle strategie delle banche centrali per quanto riguarda i tassi. I dati della Germania hanno mostrato un’inflazione superiore al 10%, che ha provocato il crollo dei titoli di Stato giovedì 29 settembre, spingendo al rialzo i rendimenti e contribuendo al calo di tutti e tre i principali indici azionari statunitensi. Sicuramente è svanito l’effetto «euforico» sul mercato dei gilt nel Regno Unito innescato mercoledì 28 settembre dall’intervento della BoE. (Centro Studi OOPS Tech)

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