Oggi entrano in vigore le restrizioni per le slot machine in tutto il Piemonte: la maggior parte stacca la corrente

In Regione Piemonte da oggi si applicano le nuove norme restrittive sulle slot machine – le macchinette da gioco elettroniche – le cosiddette “mangiasoldi” che però all’Erario non dispiacciono poi così tanto. La nuova legge piemontese, è più restrittiva di quella nazionale, ed è entrata in vigore non senza polemiche, anche politiche, oggi 20 novembre e prevede che gli esercizi pubblici dove sono presenti apparecchiature per il gioco debbano rispettare la distanza in base al percorso pedonale più breve, non inferiore ai 300 metri per i piccoli Comuni e ai 500 metri per quelli oltre i 5.000 abitanti, dai cosiddetti “luoghi sensibili”, come ad esempio scuole di ogni ordine e grado, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-sanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori, istituti di credito e sportelli bancomat, esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati, movicentro e stazioni ferroviarie.
In pratica in molti paesi piccoli e nei centri minori come in quasi tutta la Valsusa e Valsangone  ovunque ci sia un bar o una tabaccheria.

I divieti della Legge regionale

E’ entrata infatti in vigore a pieno titolo la legge n. 9 del 2016  “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico”; un provvedimento varato dal Consiglio Regionale  “contro la ludopatia e per prevenire i danni, spesso devastanti, che il gioco d’azzardo compulsivo provoca su fasce di popolazione poco difese, come giovani e anziani“.

Per tutelare le categorie di soggetti maggiormente vulnerabili e per prevenire il disturbo da gioco, è vietata la collocazione di apparecchi per il gioco in locali che si trovano ad una distanza, misurata in base al percorso pedonale più breve, non inferiore a trecento metri per i comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti e non inferiore a cinquecento metri per i comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti da:
  • istituti scolastici di ogni ordine e grado
  • centri di formazione per giovani e adulti
  •  luoghi di culto
  • impianti sportivi
  • ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-sanitario
  • strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori
  • istituti di credito e sportelli bancomat
  • esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati
  • movicentro e stazioni ferroviarie.
I comuni possono inoltre individuare altri luoghi sensibili in cui si applicano le disposizioni della legge,  tenuto conto dell’impatto degli insediamenti sul contesto e sulla sicurezza urbana, nonché dei problemi connessi con la viabilità, l’inquinamento acustico ed il disturbo della quiete pubblica. In più le vetrine dei locali in cui sono installati apparecchi per il gioco di non devono essere oscurate “con pellicole, tende, manifesti o altro oggetto utile a limitare la visibilità dall’esterno”.

Una vera mazzata per gestori e locali che li ospitano. Il 98% delle slot e videolottery piemontesi dovranno infatti essere spente perché la loro collocazione viola le nuove disposizioni di legge: è inoltre prevista l’estensione dei numeri verdi già attivi, materiali informativi sui rischi nei locali in cui si gioca, divieto di pubblicizzare l’apertura o l’esercizio di sale gioco o scommesse.

La polemica fra Giunta e Consiglio Regionale

Il Governatore Sergio Chiamparino ha scritto al presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus, sottoponendogli i problemi sollevati pubblicamente dal sottosegretario Baretta, il fatto che l’entrata in vigore della legge approvata dal consiglio piemontese contraddiceva e comprometteva l’accordo siglato da tutte le Regioni, Piemonte compreso, con lo Stato il 7 settembre scorso.

Accordo che prevede che entro fine 2019, dalle attuali 407 mila macchinette si scenda a 264 mila e che i punti gioco che oggi sono 100 mila si riducano a 55 mila e la sostituzione di tutte le slot con modelli più evoluti in grado di riconoscere, previa tessera sanitaria, il giocatore e la sua maggiore età, imponendo tempi di gioco predefiniti.

“Il mio compito non è entrare nel merito della legge sul gioco d’azzardo ma tutelare le prerogative del Consiglio regionale, che presiedo. Per questo chiedo alla Giunta di chiarire ogni nodo legato all’iter che ha portato alla richiesta di proroga da parte del Governo per quanto riguarda l’applicazione del provvedimento”. Ha  affermato oggi in Consiglio Regionale il presidente  Mauro Laus in apertura della seduta della Quarta Commissione, presieduta dal consigliere Domenico Ravetti, alla presenza dell’assessore alla Sanità Antonio SaittaLaus ha anche chiesto “quale sia oggi la posizione della Giunta dal momento che i fatti erano noti almeno da settembre”.

Ripercorrendo l’iter articolato del provvedimento l’assessore Antonio Saitta ha dichiarato che “il piano per il contrasto alla ludopatia previsto dalla legge regionale è in fase di attuazione: dal punto di vista operativo la Giunta regionale ha attivato un tavolo tecnico che si sta occupando del tema. Per quanto riguarda la Conferenza Stato-Regioni, l’intesa raggiunta non ha effetto retroattivo e quindi non modifica e non limita le leggi regionali approvate in precedenza”.

Nel dibattito sono intervenuti vari consiglieriche, con sfumature diverse, hanno convenuto sulla necessità che nella seduta di domani il presidente della Giunta riferisca in Aula dal momento che la legge non solo non è stata impugnata, ma i rappresentanti di alcune Regioni, nel corso della Conferenza Stato Regioni, avevano dichiarato l’intenzione di voler mettersi sulla sua scia.

Ma intanto da oggi serrande chiuse per alcune sale giochi o corrente staccata. E per queste slot machine non verrà calcolato il prelievo erariale forfetario sulle slot che dovranno essere rimosse perché installate in esercizi che non rispettano le distanze minime dai luoghi sensibili, così come risulta anche da una una circolare dell’Agenzia Dogane e Monopoli.

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Il parere di un gestore di sale giochi

Dubbi dell’ultima ora a parte, sarà sufficiente limitare le distanze per diminuire il numero di persone soggette a ludopatia? Risponde un gestore di sale scommesse con esperienza ventennale nel settore, che oggi vuol restare anonimo: “Difficile dirlo, ma in genere il giocatore seriale non gioca solo alle slot machines, ma anche ai gratta e vinci, al lotto e scommesse. Un provvedimento come questo avrà certamente una ricaduta negativa in particolare sugli introiti dei bar, ma non varierà i guadagni dello Stato, perché solitamente la somma che il giocatore decide di destinare al divertimento si sposta da un gioco all’altro, ma non diminuisce perché mancano le slot machine”.

Attendiamo pertanto i dati prima di decidere se il provvedimento sia stato provvidenziale per la lotta alla ludopatia o sia solo uno specchietto per allodole per gli acerrimi nemici del gioco. Perché il vero problema è che il giocatore maniacale ha una dipendenza dal gioco. E come il drogato da stupefacenti eserciterà la sua mania ossessiva e compulsiva ludopatica dove il mercato lo consentirà . Certo non metterà quei soldi nel fondo pensione o nella spesa quotidiana.