CASELETTE – Una conferenza in Sala 150 sulle “Recenti evoluzioni delle terapie oncologiche” tenuta dal prestigioso relatore il Dottor Alessandro Comandone, direttore dell’Oncologia dell’ospedale Humanitas Gradenigo Accademia di Medicina. Focus iniziale incentrato sulla parola magica che resta sempre la prevenzione. Con il luminare che ha sottolineato come: “La prevenzione primaria è fondamentale per non esporsi ai rischi di cancro. Con i tumori a mammella, colon, prostata e polmoni che sono tra le prime quattro cause di morte”.
Non c’è nessuna medicina contro il cancro
Tra le cattive abitudini c’è l’abuso di alcol, degli zuccheri raffinati, la sedentarietà e sopratutto il fumo. Sul quale i dati raccontano si sia un po’ allenata la presa: “Dopo la legge Sirchia che vietò il fumo nei luoghi pubblici la percentuale di fumatori scese al 28 per cento. Trascorsi alcuni anni il numero è tornato a crescere fino al 32 per cento attuale con in prima fila, purtroppo, donne e giovani. Ci hanno fatto credere che le sigarette di oggi siano meno dannose di quelle di un tempo. E non c’è nulla di più falso”. Spazio poi alla prevenzione secondaria che avviene quando si preleva un tumore piccolo e le successive cure. “Non c’è nessuna medicina contro il cancro, ma una serie di interventi necessari a partire dalla chirurgia e poi caso per caso le soluzioni necessarie: radioterapia, chemioterapia, ormonoterapia, bersaglio molecolare e immunoterapia”.
Le cure
Ma il tema finale toccato è stato quello più sensibile. Ovvero quello dei problemi strategici: l’identificazione della migliore terapia e la tossicità finanziaria, ovvero il fatto che come società non ce la facciamo più a reggere i costi. “Cure protratte nel tempo – ha concluso il dottor Comandone – hanno il problema della sostenibilità a tutti i livelli, società, Stato e famiglia. E purtroppo il risultato è che gli italiani si curano di meno. Si vive di più, si guarisce di più, ma il problema è la sostenibilità di questo sistema”.