VOLVERA – Correva lāanno 1693: lāEuropa era nel pieno della Guerra della Grande Alleanza, scoppiata nel 1688. Il conflitto, chiamato anche Guerra dei nove anni, vedeva fronteggiarsi la Francia e la Lega di Augusta, unione di forze europee confederate contro le mire espansionistiche del Re Sole. Nel 1690 entrĆ² in scena Vittorio Amedeo II, allora Duca di Savoia (nel 1713 sarĆ il primo della sua casata a fregiarsi del titolo di Re). “Da lungo tempo mi trattavano come vassallo, ora mi trattano come paggio; ĆØ venuto il tempo di mostrarmi principe libero ed onorato” affermava il Duca, che, in cerca di gloria e riscatto, ruppe lāantica alleanza con i francesi per passare al fronte opposto. La guerra arrivĆ² cosƬ in Piemonte, con la discesa delle truppe transalpine guidate dallo spietato Maresciallo Catinat, tristemente noto per le persecuzioni contro i Valdesi.
L’ESERCITO
Il conflitto proseguƬ a fasi alterne, con assedi, incendi, saccheggi che stremarono la popolazione piemontese. Dopo che il Catinat scese dalla Val Chisone e dalla Val Susa, stabilendosi nei pressi delle alture di Piossasco, Vittorio Amedeo II decise di affrontare il nemico in campo aperto. Alcuni generali del Duca cercarono di dissuaderlo, prevedendo una disfatta: lāesercito francese contava infatti circa 40.000 uomini, contro le 30.000 unitĆ delle forze alleate. Ma ormai la decisione era presa, e cosƬ, nella notte fra il 2 ed il 3 ottobre 1693, iniziarono a prendere posizione gli schieramenti avversari. Lāarmata piemontese ed alleata, guidata dal Duca stesso e dal cugino, il Principe Eugenio, si dispose verso Volvera. Lāesercito era quanto mai variegato, essendo composto da soldati provenienti da Spagna, Lombardia, Regno di Napoli, Stato di Milano e Principati tedeschi.
I FRANCESI
I battaglioni francesi scesero dalle colline di Piossasco, collocandosi nei pressi della localitĆ che poi prese il nome di Tetti Francesi. La Battaglia della Marsaglia quando l'esercito del Re Sole invase Orbassano. Nella nebbia del mattino del 4 ottobre 1693, si iniziarono a diffondere nellā aria i rulli dei tamburi, ad annunciare lāinizio della battaglia. Come previsto, la Francia ebbe la meglio, forte della superioritĆ numerica dei suoi soldati e delle doti di abile stratega del Catinat. Nella disperata aspra battaglia si udƬ per la prima volta un grido incitatore, che ĆØ tuttora motto glorioso dei Granatieri di Sardegna, quando il Marchese di Parella al grido āa me le Guardie!ā lanciĆ² piĆ¹ volte i superstiti del suo reggimento contro il nemico incalzante. E quando lāarmata ducale ripiegĆ², le Guardie si batterono, ultime, in retroguardia.
IL MARESCIALLO CATINAT
Terminato lo scontro, si iniziĆ² a fare il conto dei caduti e dei danni. Sul campo rimase un gran numero di caduti, stimati in circa 1.800 per i francesi e tra gli 8.000 ed i 10.000 per gli alleati, a cui si aggiunsero circa 2.000 prigionieri e la perdita di tutte le artiglierie.Ā Il Maresciallo Catinat al termine dei combattimenti occupĆ² il Castelletto della Marsaglia (tuttora esistente e situato in realtĆ ad alcuni chilometri dall'epicentro dello scontro): la relazione di guerra stilata per Luigi XIV da questo luogo fisserĆ anche il nome con cui sarĆ ricordata la battaglia. Le vittime della Battaglia della Marsaglia rimasero insepolte per qualche mese. Questo rese impossibile il ripristino dei terreni agricoli, fino a quando, nel gennaio del 1694, il magistrato di sanitĆ fece obbligo di seppellire i cadaveri.
LA BATTAGLIA
I terreni restarono perĆ² incolti per anni, anche per il fiorire di leggende e superstizioni, fra cui le dicerie popolari sulle anime vaganti dei militari periti o sulla presenza di tesori nascosti nei luoghi della battaglia. Ancora nel secolo successivo, i campi fra Orbassano e Volvera costituivano una zona āoff limitsā.Ā TantāĆØ che presso lā Archivio Storico della cittĆ di Volvera ĆØ conservato un documento risalente al XVIII secolo. Una mappa catastale, dove la zona dello scontro ĆØ contrassegnata dal lugubre disegno di uno scheletro vestito da soldato. Secoli e secoli sono passati, altre guerre ancora piĆ¹ crude sono transitate per questi luoghi. Il campo dove si affrontarono i gloriosi eserciti europei ora ĆØ occupato da alcuni impianti industriali.
MARSAGLIA
Poco ĆØ rimasto del ricordo della Battaglia della Marsaglia: il giĆ citato castelletto ĆØ in piedi, cosƬ come alcune cascine che fungevano da ricoveri per i soldati feriti. Ma i posteri hanno voluto apporre un simbolo forte ad eterna memoria della vicenda, la Croce Barone, fatta erigere nelle campagne di Volvera allā inizio del secolo scorso. Una lapide ai suoi piedi recita: āIn questi campi il 4 ottobre 1693-le truppe di Vittorio Amedeo II di Savoia-soverchiate dal numero dei francesi-difesero fino allā ultimo lāonore di Savoia-speranza dāItaliaā. In commemorazione dei caduti alla Battaglia della Marsaglia, si preannuncia la cerimonia di lunedƬ 4 ottobre ore 20,30 alla Croce Barone ā Strada Vicinale di Bruino, Volvera.
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