BARDONECCHIA – Ogni anno l’Amministrazione Comunale di Bardonecchia festeggia San Rocco. Si tratta di una promessa fatta nell’ormai lontano 1630. Questa mirava ad allontanare la peste dal paese, considera il voto a San Rocco imprescindibile e concorre a mantenerlo vivo ancora oggi, a quasi cinquecento anni di distanza. Quest’anno anziché il giovedì di metà Quaresima si è deciso di posticipare la celebrazione alla 4ª domenica di Quaresima con la stretta partecipazione dei priori e delle autorità civili e militari ma senza scuole per il dilagare della pandemia. Le necessarie limitazioni non hanno però, sminuito l’importanza della liturgia, rendendola al contrario ancor più significativa.
LA STORIA DEL VOTO
La storia narra che nel 1629 scese in Italia il Re Luigi XIII e transitò in Alta Valle Susa con 20.000 fanti e 2.000 cavalli. Parte di questo esercito trascorse l’inverno sulle nostre montagne mentre nell’agosto del 1630 scoppiò la grande peste, portata forse da queste truppe. Fu un evento drammatico che vide la popolazione decimata dall’epidemia. Nell’archivio parrocchiale, un manoscritto del 1632 parla della terribile peste e porta l’elenco dei decessi. Sono segnati i nomi dei 739 morti ed anche l’elenco delle 311 persone rimaste in vita. Ed è precisato che «le case disabitate a causa della peste sono 80, comprese quelle degli orfani andati a vivere con i tutori, e di altre 65 che non hanno eredi conosciuti». Fu allora che autorità e popolazione, uniti in un comune sentimento di fede, fecero Voto solenne a San Rocco, formalizzando il tutto con atto amministrativo datato 29 giugno.
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